La grande luce oltre il mio cielo

Spatolato materico su tela, Trittico: 3 tele, 2009

L’ho dipinto in un tempo di domande profonde, quando sentivo il bisogno di cercare qualcosa che fosse più grande della mia parola e del mio dolore: La grande luce oltre il mio cielo è la mappa di quella ricerca. Non è un’illustrazione di fede ma un atto tangibile di avvicinamento: ho preso la spatola come si prende una torcia, cercando di segnare con la materia il punto in cui speravo di incontrare una presenza.

Lavorando ho lasciato che la mano seguisse un movimento che somigliasse a un pellegrinaggio: campi di blu vasto diventano mare e orizzonte, sfumature calde attorno al cerchio solare raccontano l’idea di una luce che chiama. Le pennellate impastate sono gesti di supplica e di attesa — a volte fitte e protettive, a volte tese verso l’alto come rami che cercano il cielo. I contrasti e le ombre servono a delimitare lo spazio del viaggio: c’è il buio che conosce la strada e la luce che accoglie la domanda.

Nei miei quadri il volto non compare mai: non perché non ci sia una storia, ma perché io non voglio restare ancorata al passato. Qui il soggetto guarda avanti, verso quella grande luce che non pretende risposte immediate ma vuole essere cercata. Se ti avvicini, non cercare prediche o spiegazioni definitive; ascolta piuttosto il ritmo delle spatolate, senti la pazienza del gesto: questo quadro è il mio passo verso un incontro che spero diventi presenza.

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