Andrea Vogler

pittore

Formazione


ANDREA VOGLER
Andrea Vogler (Alessandria 1969) autodidatta di formazione, è attivo da oltre un decennio. Avvicinatosi dapprima ad una forma di naturalismo di stampo fotorealistico, successivamente la sua indagine si volge ad un gesto pittorico più sciolto e meno sorvegliato, incrociando una certa tendenza al minimalismo con un sempre presente richiamo alla tradizione. Aperto alle più moderne influenze della figurazione contemporanea (Freud, Tuymans, Sasnal, Dumas), il suo linguaggio oscilla continuamente tra tradizione e innovazione, ribadendo la centralità dell’atto pittorico, al di là di mode o facili schematismi. Ha partecipato a mostre di carattere provinciale , nazionale ed internazionale. Vive e lavora ad Alessandria.









Mostre
Viaggio nel corpo contemporaneo( Tortona 2006)
Viaggio al termine del paesaggio(Tortona 2007)
Genius Loci (Tortona 2008)
One (Galleria Alexander Alvarez, Alessandria 2008)
Out of wall(Galleria Promenade, Tirana 2010)
Il mito del vero (Palazzo Durini Milano 2011)
Premio nazionale di pittura "Romano Reviglio"(Cherasco 2013)
Liquid rooms( Venezia 2015)
Industrie de sole (2019) Lab 51 Alessandria
House Gallery(2021)
Attraverso .Onart Gallery (2021) Firenze
Domna(2022) Quartiere militare borbonico(Caserta)











Tematiche

Nell’era di internet è impossibile definire in modo univoco la figura dell’artista e della sua opera. Tuttavia mi piace rintracciare alcuni punti fermi che dovrebbero fare non tanto da manifesto, ma che hanno il compito di orientare il mio lavoro e offrire allo stesso tempo al pubblico una chiave di lettura più precisa. Essi sono i seguenti:

1) L’arte è un ‘ avventura della coscienza. Essa è aperta al noto e all’ignoto al vecchio come al nuovo, non si rifiuta a nulla, ma rigetta radicalmente la retorica dell’assenza di ogni limite, così’ come l’idea dominante di un progresso infinito.
2) L’artista rilancia il suo fare come un atto assolutamente umano.
3) Un’ opera d’arte costituisce una singolarità potenzialmente irriducibile ed inesauribile, è collocata nel tempo e fuori del tempo.
4) Serialità e standardizzazione sono incompatibili con il carattere proprio di un’autentica opera d’arte.
5) La fissazione su aspetti puramente grammaticali di un linguaggio, forma , segno colore, etc. così come ogni deriva concettuale o intellettualistica , sono aspetti patologici legati ad un soggetto degradato e conflittuale che è giusto superare.
6) L’azzeramento di un linguaggio non costituisce un linguaggio.
7) Un ‘opera d’arte che non rappresenta o non dichiara nulla non è nulla .

INDUSTRIE DEL SOLE:
"Industrie del sole" indaga il continuo scambio tra immagine e ideologia, intesa non come costruzione arbitraria e particolare, ma come narrazione totalizzante che ingloba ogni differenza e valore. Cerca di mostrare come l'immagine nel suo aspetto ormai desimbolizzato e infinitamente disponibile, è costretta ad ogni passo a confrontarsi con una realtà in cui la sua funzione appunto simbolica o didascalica si dissolve in un inventario di segni autonomi, a se stanti, che rifrangono continuamente l'esistente in codici sempre nuovi e contraddittori. Se l'atto artistico, qualunque esso sia, non può attingere a nessuna verità dichiarata, rimane l'impegno soggettivo a rimanere in una domanda di senso, nella rinuncia alla versione dilagante che vede il vecchio problema del rapporto tra realtà e illusione superato a favore dell' illimitata replicazione virtuale o che in definitiva assegna all’arte una funzione di puro inventario, di finta catarsi da parte di un soggetto mutilato incapace di rivalersi in alcun modo su una realtà assunta come puro dato e perciò immodificabile.