Aristide Aprea propone un volto desiderato,un momento epifanico che aleggia tra l’oro e l’argento,tra solarità e lunarità e impone occhi inquisitori allo sguardo del fruitore E’ la natura che esige risposte,che ancora ha numerosi slanci,ma è sempre pronta a rigenerarsi,a rinnovarsi nelle sue immense energie,pronta a ritrovare il primordio,il caos e quindi ripristinare l’ordine che nelle cose viventi è sempre armonia di regola e desiderio. Quegli occhi inquisitori chiedono ragione degli incendi dolosi,degli inquinamenti,dei disastri,dei soprusi dissennati che accelerano i processi involutivi .Intanto tra i segnali di ultima luce,voli di nuvole,spazi che vanno chi sa dove a perdersi,sagome d’ali estraniate dal loro abituale contesto danno già il senso dell’orma[…]
[…] E’ necessario un nuovo approccio alla natura delle cose,è necessario ritrovare la poesia che ve da una maggiore consapevolezza delle forze che danno vita alle forme,riscattare il trambusto con quel silenzio meditativo che porta alla contemplazione.
Angelo Calabrese [Critico d'arte]
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