Tamaghis

fotografo artistico

Fotografo e pubblicitario per il mensile " l'ereticoideartepensiero"
Collabora con la "Farmboyfinearts" di Vancouver
Collabora con il magazine rumeno "Camera obscura"
Fotografo per le compagnie di danza di Gabriele izzia e giorgia breviglieri. Fotografo per il "teatro magro" di Mantova
Fotografo per l'associazione culturale "Ekidna" Modena. Artista in "digitalart" per Creativia (Roma)

Premi

Premio della critica Concorso " Alchimia " Galleria d'arte contemporanea sale polironiane San Benedetto po ( MN )

Bibliografia

DANIELE MANFREDINI

Il ritratto dell’esistenza



“ L’artista Daniele Manfredini dedica la ricerca fotografia a molteplici interpretazioni dei
comportamenti e degli aspetti della vita quotidiana. La sue raffigurazioni, che coinvolgono
l’osservatore e lo addentrano verso una dimensione quasi onirica, tuttavia raccontano
proprio la realtà tangibile, ciò che continuamente << accade >> sotto i nostri occhi. E’ un
singolare studio rivolto a scene, avvenimenti e apparizioni di personaggi, luoghi e momenti
che assumono, tramite le sue elaborazioni, sembianze quasi immaginarie.

Attraverso la dirompenza dell’immagine fotografica si rivelano così episodi di vita,
racchiusi e deificati nell’arco di uno scatto. L’artista presenta inusuali ritratti della società e
dei tratti esclusivi che la caratterizzano.

La luminosità catturata dalla sua visione, crea i volumi e plasma ogni forma, donando
plasticità alla figura umana e accentuati contrasti chiaroscurali alle rappresentazioni
architettoniche. Ogni descrizione è altamente delineata da bilanciate opposizioni che
convivono sia sul piano tonale che su quello della lucentezza, come del resto, anche sul
versante emotivo, fortemente indagato nelle sue ambivalenze.

La struttura della raffigurazione dona attraverso questi plurimi aspetti, profondità alla
composizione, mediante la lettura visiva di luci e ombre e la resa estetica della sua analisi
artistica, la quale è continuamente improntata verso la messa in scena di una risoluzione
nitida e fortemente bilanciata da forze cromatiche altalenanti. Questo incisivo effetto tonale
è reso mediante una peculiare elaborazione digitale.

Gli aspetti del mondo, in tal modo << estrapolati >> dal contesto della quotidianità
osservata, narrano il vissuto degli uomini e delle cose e, proprio come all’interno di un
palcoscenico cosmico, si hanno differenti punti focali di immagini.

Tramite lo strumento della visione fotografica analizza così vite erranti, attimi di felicità e
malinconie, giochi, teatri inusuali ai quale rivolge il suo sguardo guidato dal sentimento
della meraviglia. Esplora luoghi e situazioni da raccontare, orientato in questa scoperta
solamente dal suo istinto e dal desiderio di conoscenza di territori sempre diversi: un
cammino dentro la realtà stessa per segnalare le emozioni e la diversità che la
contraddistinguono. Rabbie, timori e inquietudini, come anche scene di festa ed
esuberanze, si alternano per descrivere l’evoluzione dell’emotività umana. Allo stesso
modo, è alla ricerca del sentimento che abita e differenzia ogni circostanza o un oggetto,
che sia una scena paesaggistica o una nota naturalistica. E’ proprio sulle emozioni che
Manfredini lavora, osservandole dall’esterno e risalendo dal particolare all’universale.
All’interno della prospettiva fotografica, racchiude la gioia, il turbamento, ritrae quel volto
nell’istantaneità dell’attimo. Cerca nella realtà stessa ciò che intende rappresentare e la
resa espressiva che vuole raggiungere.


Il suo modo di osservare esprime un linguaggio costruttivo ricco di ambivalenze, giocando
apertamente, tramite la padronanza dell’elaborazione fotografica, con la percezione
dell’immagine. Il tutto è reso con una variegata gamma cromatica, dove regnano forti
contrasti e trionfi di colore, che diventano il cuore pulsante della scena visiva. E’ un
susseguirsi di gesti, pose, attitudini e dettagli. Spesso sceglie la città come punto di
convergenza delle figure, come anche, in netta opposizione, l’intimità delle loro abitazioni.

Lo studio di Manfredini sembra alla ricerca della rarità ma invece l’artista intende proprio
dimostrare che tali differenze si trovano all’interno del mondo reale. Raffigura in tal modo
l’aspetto solenne dei personaggi, colti nel silenzio delle loro stanze e dei loro pensieri,
oppure in momenti di euforia, estasi o, ancora, mentre svolgono le loro consuete attività.

A volte accentua intensamente la fragilità umana, sembra captare le emozioni e
percepirne l’anima stessa. Mediante l’osservazione fotografica, ferma la figura e la sua
personalità in quella situazione, ne palesa a volte la conoscenza del proprio nome e le
sensazioni provate. Ritrae allo stesso modo musicisti, donne, uomini, fanciulli, l’innocenza
infantile. Si presta a manifestare apertamente i messaggi consapevoli e determinanti della
società, la stessa che ogni giorno si accinge a descrivere e rappresentare attraverso le
diverse città da lui esaminate. Le maschere veneziane sono abilmente descritte nella
potenza del loro sguardo e nell’intensità dei colori e dei panneggi cangianti. A volte le
troviamo in incommensurabili silenzi meditativi, a volte invece coinvolte in atmosfere
solenni o immerse in imponenti architetture volte a rappresentare lo sfondo delle sue
angolazioni fotografiche.

Il punto di osservazione di Manfredini rappresenta sempre il punto di genesi della sua
analisi artistica. Rivolge la sua attenzione a ogni tipo di scenario, fino ad arrivare ai frattali,
anatomie fantastiche della natura dove convergono le verità caleidoscopiche delle
geometrie nascoste. Tali disegni già esistenti nel creato dichiarano il simbolo della sua
indagine e arricchiscono la visione di nuovi e inconsueti particolari. Dal ritratto di ogni
fenomeno come, ad esempio, il movimento vorticoso delle nuvole, risale all'universale
come tramite il sottile passaggio da una scala invisibile.

Le sue opere presentano così differenti mondi che sembrano appartenere al fantastico ma
che invece hanno come fondamento la realtà stessa. La consistenza del reale, esaminata
dagli occhi dell’artista, contiene in sé forme e configurazioni inaspettate.

Tali << apparizioni >> si manifestano attraverso la dualità visibile-invisibile, che si rivelano
quindi all’interno del percepibile, nella rappresentazione fotografica e ci rilevano un certo
grado di stupore, rendendo l’osservatore fortemente partecipe di questa << rivelazione >>.
Manfredini ci rende partecipi di questa quotidianità, ponendo continue riflessioni sul mondo
circostante e sulla direzione della società contemporanea. In particolare, le sue
considerazioni circa le attività domestiche o, ancora, la sottile denuncia, celata da un velo
ironico, dello sfruttamento e della sensibilità della figura femminile, racchiudono in sé
infinite storie da narrare. A volte invece si sofferma su connotazioni grottesche e
surrealiste estrapolate sempre da frammenti di concretezza reale.
L’ immagine fotografica manifesta quindi a livello percettivo immediatamente il significato,


non occorre pensare: significante e significato si equivalgono in un linguaggio libero da
censure o ricerche immaginarie. Tale collegamento è visibile anche tramite l’impatto visivo
delle tonalità cromatiche: colori accesi e vibranti, accentuati dall’utilizzo di filtri, e allo
stesso tempo, l’esaltazione dei chiari incarnati o del trucco. L’artificio è così dettato dalla
natura stessa.

L’immagine comune è rielaborata dal suo processo comunicativo e ideativo, alla quale
dona l’impeto di un forte impatto incisivo e la forza che intende esprimere con le parole.

Secondo il filosofo Wittgenstein la verità è nella superficie, bisogna solamente osservarla.
Manfredini infatti fotografa l'ovvio a cui tutti siamo abituati ma che continuamente
tralasciamo di osservare. E’ proprio questo a caratterizzare il vigore della sua espressione
artistica e il suo ruolo nella ricerca dell’arte contemporanea: la continua riflessione su ciò
che ci circonda, l’invito a osservare con uno sguardo diverso i fenomeni che ci riguardano
e a non considerare mai la realtà in maniera definitiva.”

Rosi Raneri, critico d’arte

www.rosiraneri.com