Antonio

scultore



ANTONIO LEONE SCULTORE

Antonio Leone

Nasce a Siracusa nel rione Borgata il 12 agosto 1947, primo di tre figli.

Mostra già dall’infanzia una netta attitudine all’arte ma – per problemi famigliari – non frequenta l’Istituto d’Arte, come vorrebbe e come gli viene consigliato dagli insegnanti collegio degli orfani dei ferrovieri, a Calambrone in provincia di Pisa, dove la madre, rimasta vedova, è costretta – suo malgrado – ad iscriverlo all’età di 6 anni. La solitudine e il dolore per la prematura perdita del padre e l’allontanamento dalla famiglia sono stimolo alla sua vena artistica, che esprime già da giovanissimo realizzando piccole sculture su qualsiasi tipo di materiale riesca a disporre.

Leone si diploma in ragioneria; all’età di 26 anni sposa Dina; dal matrimonio nasce Umberto; e un secondo figlio, Lorenzo, muore ancora in grembo materno: la perdita di quel figlio non nato lo scuote profondamente, facendogli riacquistare una intensa attività scultorea. Tenacia, amore per l’arte, fede e ostinazione lo accompagnano per tutti gli anni a venire.

Nel 1980 trasferito dalla Lombardia, presta servizio all’ufficio Postale di Priolo, mentre dedica ogni minuto libero allo studio dell’arte e al realizzo di opere scultoree.

Nel 1980 conosce Padre Amato parroco di un paese del siracusano, Priolo Gargallo; il sacerdote gli propone di decorare la chiesa del paese con immagini del Nuovo Testamento. Leone – compreso della valenza anche religiosa, oltre che artistica, di quell’impegno, accetta dedicando all’opera un’intero anno di studio e lavoro che sfocia nel realizzo di quadri istoriati in bassorilievi di marmo che ricoprono le intere pareti dell’edificio religioso. L’opera prende avvio nel 1986. Non mancarono diverbi e scontri se pur lievi con il committente: fra i tanti, l’incidente del Putto nudo: Leone aveva già ultimato l’esecuzione di un Putto posizionato fra quadri in bassorilievo; quando Padre Amato – secondo la reiterata tradizione dei religiosi più moralisti – lo richiamaa a maggior decoro ‘essendo le opere destinate ad essere collocate in Chiesa: occorreva rifarlo e coprire lo scandalo. Leone, mortificato, interrompe per mesi il lavoro. Buon senso e orgoglio d’artista lo inducono poi a portare a termine l’immensa opera, ma all’insaputa del parroco, Leone non rifà il Putto, semplicemente lo modifica, stuccandolo con del gesso. La curiosità e la sfida artistica ai visitatori della splendida Chiesa di Priolo, rimane – ancora oggi – la ricerca del ‘Putto variato in corso d’opera’.

Antonio Leone, rimasto vedovo nel 2007, oggi vive e lavora alle sue sculture a Padova dove si era trasferito con la famiglia dal 1993, ma grande richiamo, lo fa ‘scendere’ spesso nella sua amata Sicilia dove di frequente allestisce con successo mostre ed esposizioni delle sue opere.

rosanna romanisio amerio

"Scolpisci figure stupende su fredde pietre, le vedo in embrione poi,colpo dopo colpo...prendono forma. Commossa mi chiedo... chi è un artista?". (Dina)

Copyright © 2018 Antonio Leone Scultore. All Rights Reserved.

Formazione



ANTONIO LEONE SCULTORE

Antonio Leone

Nasce a Siracusa nel rione Borgata il 12 agosto 1947, primo di tre figli.

Mostra già dall’infanzia una netta attitudine all’arte ma – per problemi famigliari – non frequenta l’Istituto d’Arte, come vorrebbe e come gli viene consigliato dagli insegnanti collegio degli orfani dei ferrovieri, a Calambrone in provincia di Pisa, dove la madre, rimasta vedova, è costretta – suo malgrado – ad iscriverlo all’età di 6 anni. La solitudine e il dolore per la prematura perdita del padre e l’allontanamento dalla famiglia sono stimolo alla sua vena artistica, che esprime già da giovanissimo realizzando piccole sculture su qualsiasi tipo di materiale riesca a disporre.

Leone si diploma in ragioneria; all’età di 26 anni sposa Dina; dal matrimonio nasce Umberto; e un secondo figlio, Lorenzo, muore ancora in grembo materno: la perdita di quel figlio non nato lo scuote profondamente, facendogli riacquistare una intensa attività scultorea. Tenacia, amore per l’arte, fede e ostinazione lo accompagnano per tutti gli anni a venire.

Nel 1980 trasferito dalla Lombardia, presta servizio all’ufficio Postale di Priolo, mentre dedica ogni minuto libero allo studio dell’arte e al realizzo di opere scultoree.

Nel 1980 conosce Padre Amato parroco di un paese del siracusano, Priolo Gargallo; il sacerdote gli propone di decorare la chiesa del paese con immagini del Nuovo Testamento. Leone – compreso della valenza anche religiosa, oltre che artistica, di quell’impegno, accetta dedicando all’opera un’intero anno di studio e lavoro che sfocia nel realizzo di quadri istoriati in bassorilievi di marmo che ricoprono le intere pareti dell’edificio religioso. L’opera prende avvio nel 1986. Non mancarono diverbi e scontri se pur lievi con il committente: fra i tanti, l’incidente del Putto nudo: Leone aveva già ultimato l’esecuzione di un Putto posizionato fra quadri in bassorilievo; quando Padre Amato – secondo la reiterata tradizione dei religiosi più moralisti – lo richiamaa a maggior decoro ‘essendo le opere destinate ad essere collocate in Chiesa: occorreva rifarlo e coprire lo scandalo. Leone, mortificato, interrompe per mesi il lavoro. Buon senso e orgoglio d’artista lo inducono poi a portare a termine l’immensa opera, ma all’insaputa del parroco, Leone non rifà il Putto, semplicemente lo modifica, stuccandolo con del gesso. La curiosità e la sfida artistica ai visitatori della splendida Chiesa di Priolo, rimane – ancora oggi – la ricerca del ‘Putto variato in corso d’opera’.

Antonio Leone, rimasto vedovo nel 2007, oggi vive e lavora alle sue sculture a Padova dove si era trasferito con la famiglia dal 1993, ma grande richiamo, lo fa ‘scendere’ spesso nella sua amata Sicilia dove di frequente allestisce con successo mostre ed esposizioni delle sue opere.

rosanna romanisio amerio

"Scolpisci figure stupende su fredde pietre, le vedo in embrione poi,colpo dopo colpo...prendono forma. Commossa mi chiedo... chi è un artista?". (Dina)
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ANTONIO LEONE SCULTORE

Curriculum

 

2014 – Siracusa – giugno/luglio mostra personale presso la galleria Fayer presentata dal prof. Paolo Giansiracusa

2011 – Padova – XXII edizione ArtePadova

2011 – – Premiato alla 7° edizione “Percorso della memoria” organizzata dal Comune di Massa Fiscaglia (Fe)

2011 – Limena – performance di scultura dal vivo “Il risveglio dell’Arte”

2011 –-  Realizza l’Ambone per la Chiesa Sacro Cuore ad Abano Terme

2005 – Realizza, in occasione del ritorno della reliquia di Santa Lucia a Siracusa dopo 1000 anni, il bassorilievo in marmo rosa Portogallo, del corpo di Santa Lucia. L’opera si trova nella Cattedrale di Siracusa

2006 – Realizza bozzetto per la partecipazione un monumento a Dorando Pietri Celebrazioni Centenario Olimpiadi Londra 1908

2004 – Realizza l’opera “Venere Nera” in marmo nero di Cuba cm. 215x100x80 per privato

Dal 2002 espone presso lo studio-galleria di Via Beltrame 11 Padova

2002  – Realizzazione in marmo Carrara dell’ ’opera raffigurante Santa Tekla cm. 190x80x50 destinata al Santuario di Santa Tekla a Beirut (Libano)

2001 – Personale presso la sala ottagonale del Caffè Pedrocchi Padova

1999 – Partecipa alla personale di scultura per “TELETHON 1999″

1997 – Personale Palazzo delle Poste sede centrale di Padova

1996 – Realizza un bassorilievo in pietra, del Santo Padre Giovanni Paolo II in memoria di una Sua visita a Siracusa, donata ed esposta nella Chiesa di Santa Rita in Siracusa. Fra le sue opere maggiori si ricorda la realizzazione del Nuovo Testamento composto da sessanta quadri in bassorilievo di marmo bianco di Carrara e piedistallo in marmo con raffigurazione di alcuni miracoli di Padre Pio, per la Chiesa immacolata di Priolo (Siracusa)

1995 – Realizza Altari ed arredi in chiese del siracusano

1993 – Riceve una targa dalla città di Siracusa quale riconoscimento per la realizzazione del Monumento Internazionale a ricordo del 50° anniversario dell’Armistizio firmato a Cassibile (1943-1993)

1992 – Partecipa alla mostra Internaz. di Pittura Europa ‘92 la Contea di Bormio

1991 – Personale presso la Galerie Vladimir Rustinoff di Saint Paul de Vence – Nizza – (FRANCIA)

1991 – Riceve a Salso Maggiore Terme dall’ ’Ente europeo Manifestazione d’Arte il 1° Premio della Critica 1991 “I Geni dell’’Arte”

1991 – Riceve una targa di riconoscimento dall’ ’Assessorato a BB.CC.P.I. e condizione femminile di Siracusa

1990 – Ancora grande successo nelle mostre fatte a Verona, New York, mostra internazionale d’Arte contemporanea “Art expo NY” presso lo Javits Convention Center di New York

1990 – Personale Palais des Art-San Remo.1990- Galleria d’’arte Alba- Ferrara

1990 – Personale Palazzo Beneventano Del Bosco Siracusa

1989 – X° edizione mostra di Maestri d’’Arte Sacra Galleria Stimmate Roma.

1989 – Busto di mons. Calogero Lauricella Arcivescovo di Siracusa

1989 – Premio speciale, fuori concorso, al premio internazionale Primavera Palazzo Pignatelli Roma

1989 – 2° alla XV° Biennale d’’Arte Sacra di Napoli per l’opera “Genesi” con targa offerta dal Ministro degli Esteri Premio speciale Giulio Andreotti

1986 – 1° al premio concorso “Le Cariti” Ass. Internaz. Artisti d’oggi patrocinato dall’’Accademia Tiberina di Roma per l’’opera “Serena”

1984 – 1° al premio nazionale A.C.S. a Palazzo Vermexio di Siracusa per l’’opera “Mistero” offerta poi al S.S. Papa Giovanni Paolo II, esposta nelle sale dei Musei

2017 - rappresenta per la scultura in Ungheria la provincia di Padova dove realizza #Maniamore una scultura in pietra

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Bibliografia

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ANTONIO LEONE SCULTORE

Hanno detto

 

– L’arte del Maestro Antonio Leone parte dal mondo greco, dal quale attinge ai canoni fissati da Policleto per le proporzioni armoniose delle varie parti per poi arricchirsi con la scultura ellenistica, col suo estremo dinamismo nelle pose dei corpi e un grande realismo nell’espressione dei volti.
Il maestro Leone però è un figlio del suo tempo e negli ultimi quarant’anni ha continuato a crescere e a perfezionarsi creando una sua identità.
La sua crescita segue lo sviluppo della scultura nel periodo Medioevale e Romanico, e da quest’ultimo egli ancora attinge per paliotti e altorilievi, fino ad arrivare al Rinascimento, scavalcandolo, quest’ultimo per coerenza alla sua indole Barocca.
Tale è la sua scultura : ad un tempo forte, viscerale, enfatica.
Nella chiesa di Priolo, infatti, i bassorilievi sono figure spirituali forti e talora sanguigne, rivolte ad un popolo di fedeli e parlano un solo inequivocabile linguaggio decorativo.
Il suo lavoro si nutre anche del Neo-classicismo e guarda al Canova per imparare a dare alle sue opere, sì, l’antica bellezza delle statue greche, ma anche per infondere una grazia e una sensualità epidermica.
Con questo cammino di apprendimento attraverso i secoli, il maestro, autodidatta, , “scopre” il significato proprio della parola Plasticità, con quell’effetto di rilievo e di volume.
Se l’arte plastica per eccellenza e’ la scultura, la scultura del maestro e’ la continua ricerca di dare sempre di più un “soffio” di vita al freddo marmo e di creare figure ferme in attesa di muoversi e parlarci…
A questa lezione di leggiadria il maestro pero’ arriva con la sbozzatura del blocco di marmo, grande o piccolo che sia, seguendo le orme del grande Michelangelo.
Egli disegna nella pietra fredda il suo sogno di immagine e poi, con lo scalpello, si addentra sempre di piu’ nella pietra fino a fermarsi prima di entrare nell’anima della figura.
La figura deve formarsi, come nella Dormiente e nella Venere Nera e cominciare a “vivere”.
(Anna Maria Rizzato)

Come accade per ogni scultore europeo da almeno cinque secoli, ne abbiano questi o meno consapevolezza critica, anche nel caso del maestro Antonio Leone si verifica l’evento “inevitabile”, per il quale si può pacificamente dire che ogni scultore a noi contemporaneo o antecedente ai tempi nostri tragga la sua fondamentale “ispirazione” non da generici “modelli” esemplari del passato, ma da una vera e propria “cultura antica”, sedimentata in secoli e secoli di storia della spiritualità nell’anima e nella coscienza degli artisti, che ne continuano da dieci secoli a questa parte, ossia nel “moderno”, l’applicazione nelle diverse forme e tecniche artistiche.
E’ per queste ragioni che può ben dirsi come anche l’arte e l’opera scultorea del nostro maestro attingano dal mondo classico della spiritualità greco-romana “ i canoni tecnico-formali” della sua scultura e, segnatamente, quelli fissati da Policleto riguardo alle proporzioni armoniose delle parti su basi geometrico-matematiche e secondo leggi di equilibrio simmetrico.
Questa eredità spirituale e tecnico-formale si arricchisce di lasciti che al maestro provengono dalla scultura ellenistica, la quale in una prospettiva di evoluzione storico-artistica può essere già intesa come “maniera”. E di questa maniera il nostro Antonio Leone mutua l’estremo dinamismo negli atteggiamenti e nelle posture dei corpi oltre che il grande realismo nell’espressione dei volti.
E nondimeno il maestro Antonio Leone è figlio del suo tempo, del quale condivide sensibilità e contraddizioni, equilibri spirituali e spirito di ricerca del nuovo, assetti artistici raggiunti e consolidati, ma anche provocazioni tese al loro positivo superamento. Tutto ciò ha fatto sì che egli in questi ultimi quarant’anni abbia continuato a crescere e a perfezionarsi fino a costruirsi una sua più distinta identità, accogliendo anche l’influsso discreto della scultura romanico-medievale, dalla quale ancora attinge per paliotti e altorilievi, fino ad arrivare al Rinascimento, ma scavalcandolo per coerenza con la sua indole e sensibilità barocca.
Perciò può dirsi che la sua scultura è, a un tempo, forte viscerale enfatica, ove per quest’ultimo giudizio non è da intendersi, in senso negativo, un “tono” scultoreo eccessivamente ridondante e retorico, ma l’esaltazione misurata e controllata della “forma narrante”. Ciò si può cogliere agevolmente nella Chiesa Madre di Priolo, dove i bassorilievi sono “figure spirituali” forti e talora sanguigne, rivolte ad un popolo di fedeli ad immagine e somiglianza dei quali probabilmente quelle sculture furono create dal maestro, bassorilievi che poi parlano un solo inequivocabile linguaggio decorativo.
Decisiva, però, nella definitiva realizzazione di una propria identità artistico-scultorea, è il non casuale incontro di Antonio Leone con il neoclassicismo di Canova e con la “sintesi perfetta” che quest’ultimo realizza tra l’ideale di bellezza delle sculture greche e i caratteri “nuovi e moderni” di una grazia e sensualità epidermiche.
L’apprendimento dell’idea e delle tecniche realizzative della Plasticità è stato, per il maestro autodidatta, il risultato di un ideale percorso attraverso i secoli non lineare e, in definitiva, quasi mai consapevolmente intenzionale e sistematico. Ma in questi limiti oggettivi della sua” ricerca formativa” sta anche l’efficacia tutta originale del sicuro approdo ad una propria e personale “maniera” nel “trattare” l’effetto di rilievo e di volume.
La plasticità ricercata da Antonio Leone è perciò “dedicata” a un esito preciso e sempre da lui atteso: dare sempre di più un “soffio” di vita al freddo marmo e creare figure ferme in attesa di muoversi e parlarci. Qui sta forse il punto di maggior forza dell’arte plastica di Antonio Leone: la “comunicazione” all’osservatore e all’esteta dell’impressione di un movimento incompiuto, espresso nella fissità di un’inerzia, che nelle sue opere migliori diventa forma e modello di un “dinamismo narrante”.
La prima sbozzatura del blocco di marmo dà come l’abbrivo di una spinta a valle…Tutto ne consegue come in una rapida e coerente successione… Così, egli con lo scalpello si addentra sempre di più nella pietra fino a fermarsi, prima d’entrare, nell’anima della figura che, come nella “Dormiente” e nella “Venere nera” comincerà, con quella “maniera” dello scultore, a vivere: …inerzia appunto !
Se nell’opera scultorea, come nelle altre arti figurative, lo specifico artistico è dato dalla capacità dello scultore di dar forma, parola e cifra originale irripetibile ad un “pensiero”, l’intera opera del maestro Antonio Leone è, come accade solo agli artisti, un pensiero sull’arte…
L’analisi estetica di una sua scultura, a nostro parere “ esemplare ed esemplificativa” della sua arte può rendere meglio l’idea. E’ difficile per chi utilizza parametri di giudizio convenzionali consentirsi un “approdo” a modalità di valutazione apparentemente paradossale, come sono queste a proposito della scultura del maestro Leone. La difficoltà’ è legata e riferita alla nostra abitudine, banalizzante, di considerare il gusto e la maniera classicistica di un’opera d’arte come l’unico elemento che sappia veicolare e offrire all’osservatore il senso e il significato dell’opera stessa.
L’operazione, o meglio la missione artistica del maestro, è invece intesa a suggerire un’ “astrazione”, pur nell’intangibilità’ delle forme, ispirate alla maniera classicistica e realistica.
Quest’astrazione di volta in volta è, nelle sue opere…pensiero…intuizione…idea… ancora, un senso e un significato “transmateriali”. Ma perché’ ciò avvenga occorre che l’ “afasia” del maestro (che è uno “stato di grazia” e non un’insufficienza) interroghi l’osservatore-esteta. Questi, scavando nella materialità della scultura, saprà cogliere ciò che altri non “ vede” e dinnanzi a questo nudo di donna il suo demone sa suggerirgli la “risposta” che sa “oltre-passare” la materia del marmo. Risposta che è intuizione del “ vero”, definizione di una “ identità”: in questo caso, appunto, “Liberazione e Offerenza”!(Lorenzo Armato e Anna Maria Rizzato)

– … Antonio Leone che tenga lo spirito nella materia.
(Vittorio Sgarbi)

– Ritengo che i bassorilievi del Maestro Antonio Leone ricordino i famosi bassorilievi donatelliani, ovvero lo stiacciato.
(prof. Domenico Bisatti – Acc. mia Belle Arti – Venezia)

– E’ possibile e lecito partire da un’immagine o da un motivo già magistralmente trattati o risolti, per arrivare ad una propria definizione. Perché   questo avvenga è necessaria l’umiltà, e una sensibilità particolare.
(Enzo Fabiani – Arte Moderna Giorgio Mondadori)

– … il suo operato artistico si rivela con una predisposizione entusiastica per le emozioni vere ed autentiche per un accostamento della realtà,   passata o presente che sia, ad una condizione di eterna validità, di fuori di quelli che possono essere i limiti spazio temporali cui innegabilmente l’artista Antonio Leone espone la sua soluzione.
(E. Moro – I Geni dell’Arte)

– … nobilitare la fatica della mano, attraverso la creatività della mente, è sempre motivo di soddisfazione morale per l’uomo, perché così il lavoro diventa cultura. Ma quando all’inventiva si aggiungono capacità tecniche innate, una forte dose di sensibilità e di gusto estetico, allora si comincia a parlare d’arte, è questo il caso dello scultore siracusano Antonio Leone.
(Carmelo Tuccito – Cammino)

– … a sei anni primi modellini con l’argilla ed ora mirabili bassorilievi nelle chiese.
(Salvo Benanti – La Sicilia)

– Scolpisci figure stupende su fredde pietre, le vedo in embrione poi, colpo dopo colpo…prendono forma. Commossa mi chiedo…chi è un artista.

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