Adriano Fava

pittore

Adriano Fava è nato il 1 febbraio 1940 a Russi (RA), città nella quale vive e opera tuttora.
L'attività creativa ed espositiva dell'artista ha inizio intorno al 1958, già negli anni di studio e formazione nell'ambito della ceramica, durante i quali Fava predilige disegno la pittura.
Rinuncia, per scelta, all'insegnamento per dedicarsi completamente all’arte. Affianca alla pittura il lavoro “in bottega” con l’arte della ceramica: fin dagli esordi, dunque, pittura, ceramica, scultura vengono condotte insieme.
Alla prima mostra di arte figurativa degli artisti cittadini, svoltasi a Russi nel 1962, Fava espone dipinti contrassegnati dall'interesse per il mondo astrale (Meteora, Il sole, Astri); mentre nella sua prima importante personale (Russi, settembre 1964) presenta grandi pannelli in ceramica e sculture.
Negli stessi anni, oltre a dedicarsi all'attività artistica, Fava offre la sua collaborazione creativa e tecnica a fabbriche toscane che producono ceramiche d'arte destinate al mercato statunitense.
Dopo il 1970 Adriano Fava si fa conoscere in ambito nazionale con personali a Firenze, Padova, Milano e Mestre. Nel 1975 una sua mostra viene organizzata a New York, alla Modern Art Gallery, tanto da essere segnalato quale pittore in un repertorio d’arte internazionale di rilievo come AMP International Catalogue of Modern Art (1977-1978).
L’incontro con De Angelis, direttore artistico della Galleria Arte Nostra di Padova, che apprezza incoraggia il suo lavoro, favorisce l'ingresso di Fava nel mercato dell'arte contemporanea in Italia, con le numerose occasioni espositive che seguono, tra il 1980 e il 1985, e la sua presenza in cataloghi di collezionismo d'arte, come ad esempio Bolaffi Arte, e in riviste specializzate.
L'ormai maturo percorso dell'artista viene presentato nella importante antologica svoltasi a Chioggia nel 1983, cui fa seguito quella di Russi nel 1984. Nel frattempo, la scelta per la pittura diviene pressoché esclusiva: per ragioni di salute deve chiudere la bottega di ceramica, che coltiva in seguito solo in versione minore, con la produzione di pezzi in “piccolo”.
Segna un momento cruciale nella carriera dell'artista l’incontro con Mario Marescalchi, titolare dell'omonima Galleria d’Arte a Bologna e a Cortina d'Ampezzo, che avviene in occasione della mostra rispetto prospettiva di Tozzi, allestita nella sede bolognese nel 1985. E sincero, reciproco apprezzamento intercorso tra il pittore Mario Tozzi, nei suoi ultimi anni nuovamente a Parigi, e Fava (documentato da una lettera) è dunque stato l'involontario tramite di questo incontro. Mario Marescalchi da allora introduce Adriano Fava nel ristretto manipolo degli artisti “giovani” (ovvero al di fuori dei grandi maestri storici dell'arte italiana ed europea, ormai scomparsi) da lui proposti.
A partire dal 1988, infatti, sue importanti personali vengono allestite a Bologna, a Cortina d'Ampezzo, all'estero con una personale alla Flenders Expo che si tiene a Gand, in Belgio, nel 1990, a cura della Galleria Marescalchi.


Formazione

La sua formazione artistica è avvenuta presso l'Istituto Statale d’Arte per la ceramica Gaetano Ballardini di Faenza, dove, nel 1961, al termine del quinquennio previsto dal corso inferiore e dal corso superiore, ha conseguito il diploma di maestro d'arte. Successivamente, si è perfezionato all'annesso Corso di Magistero, ottenendo a conclusione degli studi (1963) un premio di profitto e merito. In questi anni, tra i maestri del giovane Fava, vi è una personalità di grande rilievo: lo scultore Angelo Biancini (1911-1988) e, accanto a lui, gli autorevoli docenti Tonito Emiliani, Mario Pezzi, Fausto Dal Pozzo, Alfonso Piancastelli (ad essi bisogna aggiungere Bedronici, Liverani, Zama), che stimano e contestano la sua originale personalità.

Tematiche

Interesse per la figura e la scomposizione formale di matrice cubista contrassegna già pienamente le ricerche grafiche e pittoriche degli anni ’60, accanto al fascino per l’alchimia della materia connaturato all'esperienza della ceramica, in particolare si dedica alla ceramica “riflessata” grazie all'uso dei metalli, a cromie sperimentali.
Con la sua ricerca costruttiva, Fava continua negli anni '70 a scomporre le forme del segno di uno stile ormai inconfondibile, ma alterna momenti di figurazione dalla rinnovata classicità a esiti di radicale geometria.
Intorno all'80, nel suo percorso ininterrottamente sperimentale, l'artista comincia a sondare la possibilità della materia nella pittura: alle tele insabbiate fanno seguito dipinti polimaterici grazie all'uso di materiali tratti dal vecchio laboratorio di ceramica oppure ai legni dove la forza del colore-materia arriva talora sfaldare le forme. Anche nell'ambito della grafica esplora tali possibilità della materia, come nelle serie di serigrafie polimateriche del 1983.
Un nuovo apporto al percorso creativo dell'artista giunge da un soggiorno alle Seychelles, nel febbraio 1988, esperienza “folgorante” che si rinnova negli anni successivi. La bellezza della natura, la luce abbagliante delle isole tropicali lo induce a una singolare “stagione” , dove il senso del colore si estremizza intorno alla polarità del bianco del nero, mentre continua l'interesse per gli inserti materici nel tessuto pittorico.

Premi

Adriano Fava vive nell’epoca picassiana e le sue allusioni al modello del grande pittore spagnolo risultano evidenti di primo acchito, in special modo nell'intuizione dei contrasti del maestro barcellonese, che Fava ha saputo splendidamente cogliere e trasformare alle sue esigenze.
Attraverso un costruttivismo culturale e morfologicoed un preziosismo materico che chiaramente va al di là del proprio tempo, il giovane pittore ravennate compone la sua ricercatezza emotiva che si evidenzia con copia nella trasfigurazione della donna adolescente.
La compostezza figurale e la rigorosità cromatica sono supporto ad una intensa creatività emotiva, estrinsecata in una ricerca di formale costruttivismo post-villanoviano innestate in un dovizioso materismo che accompagna un timbro originale e mai falso.
In definitiva, possiamo salutare Adriano Fava un sicuro artista ed un uomo cosciente dei propri mezzi.
Nella pittura di Adriano Fava è chiaro l’alternarsi, ora istintivo, ora meditassimo, ma sempre completo al flusso vivo, vero, idi una matrice colma di sensazioni, di ricordi e di valori umani, di vita chiara e di esperienze vissute. Il Suo linguaggio della figura, ora scomposto, ora ricostruito, è sempre diretto ad evidenziare il pungente senso della natura, nelle sue esaltazioni e nelle sue limitazioni. Il cromatismo solare e abbagliato, luminoso e ridente si eclissa e poi rinasce per sopravvivere in brevi guizzi di luce di una coscienza interamente rivolta ad una natura percepita come ricordo, o meglio come nostalgia.
Questo vuol dire riconoscere nei segni, nei toni, negli spazi, tutte le ansie e le emozioni di un Suo mondo, vero e allo stesso tempo, irreale e fantastico.
Carlo Zauli

«…Dopo aver visto le opere, auguro ad Adriano Fava un meritato successo».
Da una lettera di Mario Tozzi al Direttore della rivista Arte Mercato