30 notti all’alba

Filosofia

Il romanzo ipotizza una controrivoluzione sessuale negli anni quaranta del duemila, di cui la protagonista è un emblema. A partire da un incidente automobilistico in cui rimane illesa, Tecla, soffre di vertigini e improvvisi episodi di cecità. All’analisi obiettiva risulta del tutto sana, per cui passerà le sue giornate fra le sedute di psicanalisi e una vita insoddisfacente, angosciata dall’insistente ossessione di Berto nei suoi confronti, che lei rifiuta non per mancanza di stima, ma per intima convinzione di castità. Per quanto la legge non lo vieti, infatti si tratta di un cugino in terzo grado, lei considera sacrilega l'eventuale unione e ciò la porta a sentirsi una vittima. Costretta ad astenersi dal lavoro di restauratrice che ama molto, spalleggiata dalla sorellastra Vanessa ma tormentata dal padre che pretende obbedienza, affida i suoi timori al suo “Angelo del taccuino”.

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