“Il rosa è un lusso. Prepotente, ingombrante, sfacciato. Un bianco contaminato, un rosso meno gonfio di sé: ribellione e castigo. È l’inconseguenza sospesa tra causa ed effetto. È un’attitudine, una briosa illogicità … Il rosa è un perdono, un’assoluzione degli estremi. È un destino: me lo sono andato a prendere … La poesia e la pittura sono periferia. Osano lo scostamento, l’emarginazione, la follia … I matti sono tutti gli eccetera degli altri …” Un libro originale in cui l’autrice esplora l’animo umano tratteggiando diversi personaggi che sono altrettanti aspetti della personalità. Nella postfazione scrive: “Bullismo, omosessualità, emarginazione, lutto, disabilità fisica e psichica si ritrovano artisticamente ridefinite in nome del rosa e dalla convinzione, francamente liberatoria, che dalla normalità si può guarire,”