Il patrimonio artistico, ambientale e culturale è la nostra ricchezza ma non tutti sembrano accorgersene!

Incuria, degrado e incedio su uno dei luoghi più belli e caratteristici del paesaggio dell'agro-nolano.

La collina del Castello di Avella, che si erge a dominio sulle terre dell'agro nolano, uno dei luoghi più belli e affascinanti di questo territoio per la sua storia millenaria e per le peculiari caratterestiche del suo paesaggio, è andata a fuoco. Sono così andati in fumo ulivi secolari, agave e ginestre che la rendevano così bella e colorata. La parte colpita maggiormente è stata proprio quella all'interno delle mura di cinta del castello medievale, recentemente restaurato, e che soltanto proprio per questo doveva essere sotto maggiore attenzione e tutela.
Invece, si è consumato un "dramma ambientale", e cosa ancora più grave, nel silenzio e nell'indifferenza generale. Neppure un flebile lamento si è elevato da parte delle popolazioni locali, oramai "assopite" e drogate da tante feste e festicciole, sagre, tornei e serate da miss, propinate ad arte da chi sta amministrando il declino abissale di questo territorio.
A nulla sono valse le denunce e i messaggi di allerta di quei pochi cittadini e piccole associazioni che hanno a cuore le sorti del loro paese.
Per me, che ho tentato attraverso i miei dipinti di decantare le bellezze di questo luogo, è stato un brutto colpo. Spero che la perdita non sia irrimediabili e che ben presto la collina ritorni a fiorire tutta nel suo antico splendore.
Si ringraziono Giuseppe Maiella, Professore della Facoltà di Fisica dell'Universita di Napoli, Raffaele Picciocchi, Avvocato del Foro di Avellino, e Andrea Siniscalchi, Vicedirettore del Gruppo Archeologico Avellano, prontamente recatesi sui luogi, per aver messo a disposizione il loro materiale fotografico ed essersi attivati per denunciare il fatto. ArS

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OPERA DI RIFERIMENTO:

Brezza di primavera