Blu

Olio e cera fredda, Carta

Questa opera nasce da un bisogno di ascoltare il silenzio delle forme e lasciare che siano i colori a parlare. Ho scelto olio e cera a freddo su carta, perché desideravo che la superficie conservasse una memoria tattile, quasi scalfita, dove ogni segno fosse il ricordo di un gesto e di un’emozione.Il blu profondo che avvolge la scena è per me la vibrazione del silenzio, una sorta di respiro sospeso che porta con sé quiete e malinconia. Le venature di ocra e di rame, invece, introducono il calore della terra, il movimento vitale che contrasta e dialoga con la freddezza della materia. Ho lavorato lentamente, sovrapponendo velature e grattando via parti di colore, come se stessi cercando di portare alla luce qualcosa che era già lì, nascosto nella carta.Durante la stesura, mi sono sentito accompagnato da una tensione fra immobilità e flusso. Da un lato la solidità della roccia, dall’altro le linee che si sciolgono come acqua o vento. È un paesaggio interiore prima ancora che esteriore: un luogo dove l’occhio trova rifugio e, allo stesso tempo, un varco per l’infinito.

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