Endza

pittore

L’artista è colui che trasfigura la realtà, mettendoci di fronte ad una nuova visione del mondo che a volte non riusciamo a percepire, perché nell’arte i drammi e gli entusiasmi degli uomini vengono trasmessi senza le quotidiane sovrastrutture mentali che la vita ci costringe a costruire.
Questo Endza lo regala in ogni sua immagine che ci propone, i suoi passaggi di vita che potrebbero essere quelli di ognuno di noi, li propone alla nostra vista schietti e detonanti. A volte cupi nei colori e nei tratti, a volte brillanti e sinfonicamente movimentati, così come la vita di ognuno si dipana negli anni. Fermarsi ad osservare un’opera di Endza è un po’ come possedere uno specchio che porta con se la memoria della nostra vita, come una finestra dalla quale non abbiamo mai il coraggio di affacciarsi. E’ proprio così che Endza vuole farsi ricordare ed è proprio così che nascono le sue opere, con il suo mite approccio al mondo e la sua tenacia nella vita, i suoi viaggi tra Armenia, Israele e Italia, il desiderio di crescere fino alla maturità artistica, lasciarsi dietro ciò che gli ha fatto da maestro e del quale se ne è appropriato, per poter da qui partire verso la “sua” arte.
Così come è vero che l’arte è genio, intraprendenza, ricerca e rischio, così è vero che soltanto chi ha desiderio di farsi ascoltare può riuscire ad aprire un varco nella sordità emotiva che ci invade.


Tematiche

C’è un’usanza in Armenia che quando esce il primo dente del bambino, gli si mettono dinnanzi diversi oggetti da scegliere. Si dice che l’attinenza professionale dell’oggetto decida la sua futura occupazione. Allora probabilmente scelsi il pennello. E vi aggiungo di più, quel fanciullo non mi ha mai più voluto lasciare.
E’ nelle mie memorie, nei miei sogni, nei miei quadri.

Questo bambino che mi assomiglia parecchio, mi impedisce di provare rancore verso il mondo, di smettere di sorprendermi, di corrucciare la fronte, di perdere la speranza. Non mi lascia invecchiare e anche se scorgo già qualche capello bianco in testa, non è perché sono vecchio, ma semplicemente perché nel mondo ci sono anziani di dieci anni e fanciulli di cento.

Il mondo ha visto fin’ora molti miracoli e ne vedrà ancora tanti. Ma l‘infanzia non è mai riuscita a tornare. Io cerco in questa sala di riportare questo miracolo. Voglio che voi ritroviate quel fanciullo che spesso gli impegni e le preoccupazioni quotidiane vi impediscono di ricordare.

ENDZA


Bibliografia

ENDZA


La mia infanzia si cela nei miei dipinti che mi aiutano a vivere il GIORNO D’OGGI.
Amo la vita solo quando guardo a questa attraverso le finestre rosse della mia infanzia.
Ogni tratto del mio pennello è una preghiera per me.”

Questo dice di sé Endza , nato nel 1968 a Etchmiadzin, in Armenia.


Durante la sua adolescenza compie diversi studi, tra cui recitazione all' Istituto di Teatro e Cinema di Yerevan (1985-91); e proprio nel teatro di questa città si esibirà per un paio d'anni.

Iniziati gli studi teologici, si trasferisce in Israele dove frequenta anche corsi privati di Arte e Pittura fino al '95, quando viene ordinato Sacerdote per restare nel Seminario Teologico Armeno come insegnante d'arte.

Negli anni a seguire , continua la sua formazione artistica, viaggiando anche in Italia; dal 2005, infatti, studia come restauratore di opere antiche all'Istituto Veneto per i Beni Culturali di Venezia.

Dalla sua opera emerge con forza la notevole influenza che la sofferenza e la povertà vissute da bambino hanno avuto su di lui, con chiara evidenza delle difficoltà superate e delle profonde emozioni che da queste ha tratto. Tutto ciò si riversa sulle tele con coraggio, senza la preoccupazione di dover “accontentare” l'occhio dell'osservatore, con il solo intento di palesare il vissuto l'ha fatto diventare l'uomo che oggi è.