Giampaolo Ghisetti

artista

Giampaolo Ghisetti nasce a Venezia nel 1944.

Si avvicina alla pittura verso la metà degli anni cinquanta.

Negli anni sessanta partecipa a varie mostre collettive acquisendo costantemente segnalazioni e premi. In quel periodo si trasferisce a Murano e inizia l'attività di decoratore su vetro.

La fama della sua abilità gli vale commissioni da tutto il mondo e lo porta ad eseguire ritratti delle più rilevanti personalità della cultura e della politica.

In contemporanea Ghisetti si dedica assiduamente alla sua arte primaria, la pittura ad olio su tela. Nel 1970 viene premiato per Qualità Artistiche con diploma di medaglia d'oro dall'Accademia di S. Andrea in Roma.

Formazione

Autodidatta, dipingo, scolpisco e decoro il vetro da sempre.

Tematiche

Chiunque si affacci all’universo artistico di Giampaolo Ghisetti non può non riconoscere l’assoluta padronanza tecnica di un autore che da sempre affascina per la poliedricità e l’eclettismo di un fare che non conosce limiti e confini. Dotato di una sapienza cromatica davvero singolare, oserei dire innata per le felici intuizioni legate all’armonia e all’orchestrazione tonale, Giampaolo Ghisetti documenta ora, in un corposo volume, un itinerario creativo folgorante, massimamente rappresentato dalla produzione pittorica e scultorea.
L’essere stato per tanto tempo decoratore di vetri a fuoco, l’aver riprodotto, fin da giovanissimo, capolavori del passato con invidiabile acribia e perizia, ha contribuito non poco ad affinare l’occhio, la mano e lo spirito verso la conquista di territori espressivi profondamente autentici. Poco incline ai viaggi e agli spostamenti, ha fatto dell’isola di Murano, non solo il luogo di residenza e di vita, ma un perimetro entro il quale proiettare immagini e ricordi, sensazioni e riflessioni.
Ogni quadro è una narrazione del sé attraverso l’iconografia simbolica di presenze che costituiscono veri e propri simulacri dell’anima, mappe di uno spirito teso a identificarsi con forme semplici e riconoscibili. Le case di Burano avvolte nel silenzio o nella luce chiara del mattino, i canali prevalentemente abitati da riflessi piuttosto che da imbarcazioni, trattengono quel sapore metafisico, di elegiaco e malinconico stupore che la ricca letteratura critica del maestro ha frequentemente esaltato. Giampaolo Ghisetti ci ha abituati, nel tempo, ad una vastità di soggetti che ripercorrono tutti i grandi temi della storia dell’arte: accanto ai paesaggi, non mancano le squisite nature morte di ispirazione fiamminga, gli autoritratti di invidiabile introspezione psicologica e indagine fisiognomica, le scene di genere in cui compaiono gli attori celebrati della commedia dell’arte, come gli arlecchini o i pulcinella. Ogni immagine è la sequenza di segni e di-segni che la linea rende perfetti e puliti, immoti nella plasticità delle forme ricercate, mai abbandonate al caso, perennemente tese tra una ricostruzione ideale ed empirica, come se l’artista cercasse sempre l’aderenza tra fenomeno ed essenza, tra l’essere della cosa in sé e la sua manifestazione.
Credo che l’allenamento tenace e costante davanti alle opere dei maestri del passato abbia condotto ad una tale esigenza di perfezione e di studio da considerare rigoroso ogni esito finale, epurato da qualsiasi incertezza, dubbio o sbavatura. Anche nelle raffigurazioni surreali e quasi fantastiche di foreste incantate, pullulanti di alberi fiabeschi dai tronchi massicci e dalle chiome fulgide, leggiamo la medesima definizione, la stessa elaborazione coloristica che lascia trasparire le velature leggere e sovrapposte, i molteplici, colti, trapassi chiaroscurali e tonali. Si tratta di boschi tessuti di presenze non dichiarate e di segreti inaccessibili, capaci di alimentare misteri e ipotesi interpretative dietro l’assoluto di un invisibile che si rende talvolta “palpabile”.
E’ notevole la libertà di Giampaolo Ghisetti di attingere dalla citazione alta e pura legata a certa geometria compositiva quattrocentesca e allo stesso tempo, con slancio e determinazione, saper guardare a soluzioni contemporanee. Lo attestano le opere dominate da una sfaccettatura cubista, da una frantumazione caleidoscopica delle forme, a cui non è lontana l’eco delle vetrate policrome di ascendenza nordica e bizantina o l’oro dei polittici gotico-veneziani.
Nel nostro autore vive un continuum di antico e presente, di memoria aulica e di affondo popolare: l’alto e basso si compenetrano in un mix di suadente partecipazione e condivisione. Il viaggio pittorico si snoda come una pellicola filmica in cui ogni frame (fotogramma) è il ricordo di una visione, è la cristallizzazione di una scintilla di vita vissuta o assaporata attraverso la memoria. La tela è lo spazio di ogni accadimento, è la materializzazione di un pensiero che si costruisce prima di tutto per immagini.
Che dire delle mirabili sculture in vetro “Crocefissione” e “Osanna “ del 2006? Qui la tridimensionalità accentua la foga della rappresentazione che umanizza il sacro attraverso l’immediatezza del movimento e della dinamicità. Nel recente gruppo scultoreo in vetro fuso, curvato ed arrotondato dal titolo “Evoluzione” del 2015, l’artista con ironia e sarcasmo denuda i protagonisti per evidenziare la pelle tatuata, emblema di modernità discutibile e così facendo ci regala un brano decorativo straordinario, degno dei codici miniati medievali. La resa dei dettagli anatomici è la stessa che incontriamo nei numerosi dipinti che mettono al centro la figura (basti citare “Last Supper” del 2010) e questo ci consente di apprezzare l’incredibile agilità tecnica che non conosce cesure, alla stregua dell’artista rinascimentale che all’interno della bottega sperimentava qualsiasi mezzo espressivo nella convinzione che l’urgenza creativa piega e governa ogni materia.
Se davanti a certi paesaggi protetti da quinte arboree e da volumi muti di case austere e serrate proviamo,forse, un senso di inquietudine e di distacco alimentato da luci metalliche, vivide e taglienti, di fronte alla dolcissima maternità che compare ne “L’Amore” del 2017, siamo vinti da un sentimento di aperta serenità e magica accoglienza. Il ritmo della vita con le sue sistoli e diastoli, con le pause e le ripartenze, i pieni e i vuoti, il buio e la luce, segue ed accompagna Giampaolo Ghisetti in un cammino artistico in cui alla purezza e verità del gesto si unisce una rara consapevolezza di spirito e materia. Nella molteplicità delle sue realizzazioni vive il riscatto di una eredità dotta che le mai perdute forme del mondo attestano con un sentimento diffuso di bellezza e di infallibile euritmia.
Lorena Gava

Tecniche

Olio su tela, smalti e oro su vetro, scultura in legno,

Quotazione

da 800 a 20000

Premi

Mostre personali :
1978 Galleria S.Stefano Venezia
1979 Chiesetta S.Stefano Murano
1984 Palazzo del governo Pesaro
1993 Galleria S.Vidal Venezia
1994 Centro d’arte G.B.Tiepolo Udine
2007 Palazzo Da Mula Murano
2009 Centro culturale S.Tommaso Venezia
2010 Palazzo Da Mula Murano
2011 Sala S.Tommaso Venezia
2012 Palazzo Da Mula Murano
Collettive :
1965-1973 Piccolo premio Burano
1980 Le Colonete Venezia
1982 S. Vidal Venezia
1993 Estemporanea Premio Alkid 1° classificato Venezia
1995 Mostra Miniquadro S.Vidal Venezia
1995-2003 Premio Ruga Giuffa Venezia
2004 Le Colonete Venezia
2006 Galleria Crespi Roma
2006 Neoart Gallery Roma
2007 Centro Brolo Mogliano Veneto
2007 Ca’ de Noale Treviso
2008 Centro Brolo Mogliano Veneto
2009 Premio Burano Burano
2009 Estemporanea Burano 1° classificato Murano
2009 Centro Brolo Mogliano Veneto
2010 S. Vendemiano Arte S.Vendemiano
2012 Arte fiera Padova
2010-2016 Centro culturale Piranesi Mogliano Veneto
2016 Arte in Fiera 2° classificato Longarone
2017 S.Vendemiano Arte S.Vendemiano
2017 Museo del vetro Murano
2017 Arte in Fiera Longarone

Bibliografia

Il riscatto di un mondo antico 2017
L'arte di Giampaolo Ghisetti 2012
Giampaolo Ghisetti Opere di pittura 2007