Gino Ragano

poeta

Gino Ragano è nato a Caserta l'undici Agosto del 1973, ha frequentato con successo le scuole fino al secondo superiore. Da bambino era vivacissimo, pieno di curiosità e molto riflessivo; forse proprio questo suo troppo riflettere lo ha portato nell’ adolescenza a vivere una grave crisi esistenziale, che lo ha fatto ammalare di depressione.
Dopo anni di sofferenze e di cure varie ha iniziato a scrivere poesie, ne ha scritte e continua a scriverne tante, gli servono ad esprimere la sua sofferenza e i suoi sentimenti, che scaturiscono da una grande sensibilità.
Quella di Gino Ragano è una Poesia che si colora di toni passionali, immediati e sofferti che possono sgorgare solo da una tormentata interiorità, dall’ ascolto della propria anima e da un irresistibile urgenza di dire. La definizione che egli da di sé “un fanciullo dai miliardi di perché” risulta indicativa per comprendere le segrete vibrazioni, l'esigenza di chiarezza e di verità alle sue inchieste esistenziali. Il desiderio di aprirsi alternato all’ improvviso rinchiudersi: “voglio chiudere nei propri involucri i violini del cuore” fa intuire l'amarezza dell’ incomprensione, la solitudine, ma anche i bagliori della speranza che gli fanno avvertite la presenza del Divino. Importanti sono i suoi tocchi descrittivi, osservatore malinconico della bellezza delle cose: “le creste dei monti che disegnano il finale del cielo”. Ecco, tutto questo è il mondo ideale di Gino Ragano e se si tiene conto della peculiarità dello stile e dell’uso di una personale sintassi poetica, intrisa spesso di un lessico inconsueto e di coraggiosi neologismi, si possono più facilmente ricomporre i tratti di una personalità che trova nello sfogo lirico la sua più autentica espressione e che, tuttavia, mostra la sua fragilità quando si perde nell'intricata complessità di quei "miliardi di perché" che formano il volto misterioso della vita a cui, non solo un animo di poeta, ma ciascuno di noi vorrebbe dare una risposta.

Clea De Francesco

Quotazione

Le poesie di Gino mi appassionano. Io che faccio fatica a comprendere i componimenti in versi sono attratta dai suoi scritti. Mi colpiscono, mi parlano con grande immediatezza, mi piacciono. Le liriche di Gino sanno parlare al cuore di chi le legge, lo scuotono, lo coinvolgono.
Mai scontate raccontano stati d’animo, momenti che lasciano un segno forte. I versi di Gino ad una prima lettura sembrano esprimere solo una forte malinconia, dolore, delusione nei confronti di una vita che si è mostrata tante volte amara e beffarda così mostrandosi fin dalla gioventù. Ma rileggendo le poesie di Gino con più attenzione, però, traspare chiara la speranza e, forse, anche la convinzione che qualche raggio di sole prima o poi spunterà e il domani dovrà essere per forza migliore dell’oggi.

Giovanni Della Corte