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I “burattini pazzi”, fatti con barattoli del caffè e vecchi telefoni per giocare con le proprie figlie I “burattini pazzi”, fatti con barattoli del caffè e vecchi telefoni per giocare con le proprie figlie

I “burattini pazzi”, fatti con barattoli del caffè e vecchi telefoni per giocare con le proprie figlie

A Sant'Elia di Pentone, piccolo centro in provincia di Catanzaro, Giampiero De Santis ha deciso di tenere insieme la passione per il design con quella del riciclo, creando burattini con corpi fatti di

Un papà innamorato delle sue due figlie, un piccolo spazio in casa appena sufficiente a tirare fuori la cassetta degli attrezzi, creatività, manualità, passione per il fai-da-te, fantasia e attenzione per il riciclo di oggetti e imballaggi, la voglia di costruire cose e momenti significativi da trascorrere con le figlie, lontani da TV, video sullo smartphone e canzoncine su YouTube.

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PUPAZZI CON MATERIALE DI RICICLO
Sono questi gli ingredienti dei “burattini pazzi”, i Mad Puppet, che vengono fuori dalle mani e dalla fantasia di Giampiero De Santis, impiegato nell’amministrazione pubblica con la passione per la grafica, il design e l’hobbistica. Aiutato da un team di eccezione, le due figlie di 3 e 10 anni, e, come ammette, dalla pazienza della moglie, che sopporta oggetti alla rinfusa, viti, chiodi, piccoli attrezzi e la mania di accumulare qualsiasi cosa che possa diventare parte dei suoi burattini.

Valore fondante dell’operato di Giampiero è infatti il riciclo, il non spreco, l’idea che ogni cosa che sembra aver terminato la propria vita possa rinascere in un’altra forma, insegnando così alle piccole che si può avere cura dell’ambiente con piccoli gesti semplici e che, con un pensiero creativo, anche ciò che è destinato al cestino può avere un’altra occasione di essere utile: scatole di latta, alcune molto datate altre più recenti, plastica, carta o alluminio, frammenti di ferro e acciaio, plastica, tappi, diverse tipologie di viti, di bulloni, di dadi, rondelle e altri oggetti molti dei quali già utilizzati in altri lavori o trovati, senza vita e abbandonati, nelle cassette degli attrezzi o nei cassetti della casa, come vecchi telefoni o piccoli elettrodomestici.

Senza disdegnare rifiuti abbandonati o trovati durante attività sportive all’aperto o viaggi, o materiali ritrovati nelle cassette degli attrezzi di amici e vicini, o durante scorribande nei garage di parenti.

PROGETTO MAD PUPPET
Il primo burattino pazzo, nome che deriva dall’espressione simpatica della figlia maggiore (Tu sei pazzo!), nasce quando papà Giampiero si trova tra le mani un disegno di uno strano burattino fatto su un foglio dalla figlia minore. Lo trova simpatico, ne viene ispirato, e decide di renderlo vero per farle una sorpresa: perché non provare a rendere vivo anche quel disegno? Con accanto il progetto, individuati i materiali necessari, schiarendosi le idee, Giampiero, nel 2018, si mette al lavoro per la sua piccola A. Segnando la data di nascita del progetto mad_puppet: burattini antropomorfi, dalle fattezze umanoidi, costruiti attraverso l’utilizzo, il riuso e l’assemblaggio di vari materiali di scarto. Per costruirli, utilizza rigorosamente le mani e alcuni piccoli attrezzi come cacciaviti e pinze varie, senza l’ausilio di attrezzi meccanici.

Da quel giorno del 2018 il progetto è diventato più ampio e sistematico, arrivando a realizzare (anche con l’aiuto di ricerche di amici e conoscenti) oltre 30 pezzi unici firmati, datati e numerati. Ma a ogni burattino serve una casa: piccole scatole realizzate in collaborazione con un’azienda esterna, fatte per il 90% di cartone riciclato ed impreziosite con un logo disegnato dalla piccola A., immagini e scritte, stampate con inchiostri a base acquosa. Tutto, rigorosamente, il più eco-friendly possibile.

Oggi i burattini pazzi hanno una pagina Facebook ed una gallery Instagram a loro dedicata, iniziano ad ottenere premi e riconoscimenti, come il terzo posto al contest internazionale per artisti e designer emergenti VotArti di Viareggio promosso da Gigarte. com.

Il papà dei mad puppets ha comunque ha tante altre iniziative in cantiere, con l’obiettivo di far conoscere il più possibile la piccola grande famiglia dei pupazzi matti hand made.

(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook dei Mad Puppet)

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