Matteo Milli

pittore

Sono Matteo Milli, classe 1991 e residente in Apecchio (PU); Pittore Autodidatta e Caravaggesco. Mi piace coniugare Storia e Pittura, realizzando Dipinti a soggetto Storico, Mitologico e copie d’autore (e un po di fantasia). Per saperne di più le mie pagine “Matteo Milli ” su facebook e Pitturiamo.
Ammiro l’Arte di Leonardo, Annibale Carracci, Tintoretto, Tiziano e la rivoluzione del Maestro Michelangelo Merisi il “Caravaggio” (1571-1610), con le ombre taglienti e i forti contrasti di luce. Una Pittura che reputo la migliore per indagare l’uomo e ciò che lo circonda. Ho avuto i miei momenti clou con le collettive in cui ho esposto (Firenze, Roma e Arte Genova 2019 e 2020); varie digital exbition organizzate da ArtetrA (Amalfi, Madrid, Roma) e Premi; il quadro “Nemesi”, tra i premiati al “1° Gran Premio MonteCarlo – Oscar della Creatività” 2019 (con Artexpò Gallery); infine, la Mostra “Matteo Milli – Arte e Mito” a Città di Castello, nell’ottobre 2019.

Formazione

dice di se Matteo Milli (nato a Cagli il 27/07/1991), autodidatta.
Mi definisco "Artista Libero" e dipingo quadri dove uni- sco Storia, Arte e Mitologia. Ho esposto alle gallerie Mentana e Merlino di Firenze (2017-18) e all'interno di di "Contatti dell'Appennino" (Apecchio, 2018), con Marco Balucani e curata dal Prof. Roberto Volpi. Con l'associa- zione "Artetra" ho partecipato a delle esposizioni digitali ("Mare Nostrum", "Arte Madrid - Premio Diego Velázquez" e "Caput Mundi Arte - Premio Giulio Cesare") e con "Art Now Magazine", dei quadri sono stati ammessi ad alcuni premi d'arte e altri partecipano alle aste di "Picenum Art". Con "Artexpò Gallery" di Lodi ho esposto alla fiera interna- zionale "Arte Genova 2019". Dal 27 settembre al 6 ottobre è stata apereta al pubblico la mia Personale di pittura "Matteo Milli - Arte e Mito", recensita dalla dott.ssa Elisabetta Carlino. Alla galleria "Venice Art Gallery" del prof. Critico d'Arte Giorgio Gregorio Grasso sono stati esposti: il Dipinto"Nemesi" all'interno della collettiva "L'Arte a Venezia in agosto" (2-30 agosto 2020); il quadro "Libertas" nelle collettive "la democrazia nell'Arte" e "International contemporary Art".

Tematiche

Coniugo Storia e Pittura, realizzando Dipinti a soggetto Storico, Mitologico e copie d’autore (e un po di fantasia).
Penso che la Pittura è "scienza" (alla Leonardo) perché può essere usata per indagare la realtà e noi stessi. Ritengo che lo stile migliore sia quello del Maestro Caravaggio, con il contrasto tra forte luce e profonda ombra. Quella di Caravaggio è una delle rivoluzioni più importanti della Pittura, diffusa poi in tutta Europa (Diego Velázquez è tra i massimi interpreti non Italiani). Basta leggere le fonti d'epoca, come Giulio Mancini: > Un "modo non naturale" che si basa solo sull'uso del colore, eliminando la prospettiva, cardine delle ricerche nel Rinascimento.

Tecniche

Dopo un iniziale periodo a china, sono passato al Colore. Ora sperimento con i colori acrilici su tela.

Quotazione

ELISABETTA CARLINO - MATTEO MILLI , ARTE E MITO

Arte e Mito. Matteo Milli
27 settembre - 6 ottobre 2019
Città di Castello, Oratorio degli Angeli
Matteo Milli nasce ad Apecchio (PU) e lavora attivamente nel suo paese da cui trae linfa vitale d’ispirazione. Classe 1991 eppure vanta già di aver condotto ed esposto le sue opere in alcune delle più importanti città d’arte italiane. Forma la mano con gli studi tecnici, che si dimostrano da subito insufficienti per contenere l’impulso artistico che lo caratterizza. Da qui l’inizio con lesperimentazioni in autonomia, passando dalla china all’acquerello, per approdare al cartone telato,
esito finale della ricerca di un supporto adatto alla velocità della sua esigenza espressiva. Processo creativo non imbrigliato da tecnicismi, vissuto allo stato puro, non filtrato, prerogativa di
chi pur autodidatta sente l’urgenza dell’espressione. Le sue figure non escono dal percorso di una linea ma vengono costruite da campiture di colore, dai toni noir, in un omaggio libero e personale alla maniera di Caravaggio. Arte e mito, binomio inscindibile, manifesto programmatico dell’artista e titolo della mostra che colloca le sue opere più recenti in una dimensione atemporale incorruttibile, i personaggi, in un’età dell’oro dell’uomo e dei suoi valori fondanti.
Percorrendo i fotogrammi proposti da Milli, incrociamo lo sguardo fiero di guerrieri e guerriere, in atto di combattere o stare di guardia, in cui non v’è traccia di timore, che celano ritratti ed autoritratti. Ma incrociamo anche personificazioni aggraziate, come nella più aulica tradizione pittorica, di valori come Ispirazione (2019), Nemesi (2019, Pax (2019) e La Pittura (2019), angelica dama che incorona l’artista per le sue fatiche con l’alloro trionfale. Ma anche un omaggio alla
romana Civitas Tifernum Tiberinum (2019), nucleo originario dell’attuale Città di Castello, che ci osserva con gli occhi algidi di una giovane che porta l’elmo da centurione. San Floridus (2019),
vescovo patrono e ricostruttore della città dopo la distruzione dei Goti, che ci si palesa ritratto secondo l’iconografia medievale in atto di ricevere la sua città in segno di protezione.
Dunque atmosfere da illustrazione ma citazioni dense di cultura storico artistica popolano le opere di Milli tanto che ci vengono incontro in Libertè (2019), la mano di Marat assassinato di Jacques
Louis David (1793), scevra di carta e penna, ma percorsa dai rivoli del sangue versato in difesa della libertà, ed in Amazzone (2016) una piumata madame impressionista, che sembra ammiccarci da un caffè di Renoir.

Premi

In contatto con la galleria d'Arte Artexpertise, ha partecipato a mostre collettive a Firenze:
Galleria Mentana
22 giugno- 1 luglio 2017
DREAMERS;
e alla Galleria Merlino di Artexpertise.

Altri Dipinti sono stati esposti, insieme a quelli dell'artista Marco Balucani (l'evento è curato dal critico d'arte Roberto Volpi), ad Apecchio (Palazzo Ubaldini), in una collettiva di Pittura:
12 agosto - 7 ottobre 2018
CONTATTI DELL'APPENNINO.
La mostra dei due artisti si è proposta l'indagine dei luoghi e personaggi del giogo appenninico tra i 90 chilometri che separano Apecchio da Perugia e ha avuto il suo momento clou il 7 ottobre 2018, con la presenza anche del critico d'arte e curatore Roberto Volpi.

Con il quadro "Warlord 1600" ha partecipato alla 15° MOSTRA MERCATO D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ARTE GENOVA (15-18 febbraio 2019), all'interno dello stand (32 mq) di Artexpò Gallery di Mariarosaria Belgiovine.

Come partecipante, è stato premiato al concorso d' Arte (sezione Pittura), organizzato da Art Now:
Roma - 15 dicembre 2018
PREMIO ROMA CAPUT MUNDI
e sarà premiato anche in
Firenze 28 giugno 2019
TROFEO MAESTRI D'ITALIA


In collaborazione con l'Associazione Culturale ArtetrA di Salerno ha esposto in due digital exbition alcune opere:
Antico Arsenale di Amalfi 14-16 settembre 2018
MARE NOSTRUM Suggestioni dall'Inconscio
e, con la partecipazione di Prince Group:
Galerìa Gaudì (Madrid) 27 febbraio - 3 marzo 2019
ARTE MADRID PREMIO VELAZQUEZ.
a Partire da questo 2020 espongo in mostre collettive anche nella "Art Gallery Rome" (via di Parione, 10, Roma), a pochi metri dal chiostro del Bramante e piazza Navona.

Alcuni Dipinti sono inseriti nelle aste organizzate da Casa d'Aste e Galleria d'Arte Picenum (Cingoli). Espongo anche alla

All'Oratorio degli Angeli (ridotto del Teatro degli Illuminati) di Città di Castello, dal 27 settembre al 6 ottobre 2019 ha esposto i suoi quadri in una personale di Pittura recensita dalla dott.ssa Elisabetta Carlino.

Il quadro “Nemesi” è stato tra i premiati al “1° Gran Premio MonteCarlo – Oscar della Creatività” 2019 (con Artexpò Gallery).

Alla galleria "Venice Art Gallery" del prof. Critico d'Arte Giorgio Gregorio Grasso sono stati esposti: il Dipinto"Nemesi" all'interno della collettiva "L'Arte a Venezia in agosto" (2-30 agosto 2020); il quadro "Libertas" nelle collettive "la democrazia nell'Arte" e "International contemporary Art".

Bibliografia

Di seguito alcuni testi critici.

PLINIO PERILLI - APPUNTI CRITICI (da "Arte e Artisti Contemporanei", n. 78, 2017)
Libero autodidatta, amante del disegno,della pittura, dei Miti e della Storia (marchigiano di Apecchio, '91), considera Caravaggio il suo profeta. "Natura", acquerelli su carta cotonata, è alata famiglia angelica; "Io Italico" guerreggia con un enorme gladio; "La Sorgente" è una bella indiana legata a un palo... "Inventio sum" è dedicato all'Ispirazione coma a una fidanzata amatissima!


ROBERTO VOLPI - CONTATTI DELL'APPENNINO
Matteo Milli è nato a Cagli il 27 luglio 1991. Tuttavia la sua intera esistenza si è svolta nel borgo di Apecchio, anche questo in provincia di Pesaro Urbino. Non è azzardato individuare un rapporto tra le caratteristiche della località, in cui ha vissuto e tuttora vive, e la sua attitudine artistica. Come mille altri centri minori sparsi in tutta Italia, Apecchio è di per sé un'opera d'arte, ma con particolarità notevoli, dovute sia alla configurazione urbanistica, sia all'interazione con il paesaggio circostante. Pare che vivere in un posto del genere induca un animo sensibile alla ricerca di motivazioni per creare e per comunicare. Matteo è un autodidatta, nel senso che non ha avuto una formazione artistica a livello scolastico. Ha frequentato infatti l'I.T.C.G. “Salviani” di Città di Castello, dove ha conseguito il diploma di geometra nel 2010, eseguendo poi il relativo tirocinio professionale. Questo percorso non è stato tuttavia privo di positivi influssi sulla sua attività successiva, avviandolo alla precisione nel disegno e, in particolare, nel tratteggio e nelle linee, specie quando queste si incurvano a suggerire il movimento e la profondità dello spazio. Tutto ciò accompagnato da una propensione esistente da sempre, fin dall'infanzia. Ed ecco quindi il suo progressivo affinarsi nel disegno a china, utilizzato sapientemente nella fumettistica. Ne sono derivate alcune pubblicazioni di buon livello: West nel 2012, ispirato al film Per qualche dollaro in più di Sergio Leone; Samurai nel 2013, Shrapnel nel 2015, ambientato sul fronte della prima guerra mondiale. Questi lavori sono stati in un certo senso prodromici alla evoluzione ulteriore. Non è difficile scorgervi tematiche che torneranno e si approfondiranno più avanti. Tra queste la figura del guerriero, del combattente per motivi e per finalità in cui crede. Il tutto stemperato da una sottile ironia e autoironia, che sottintendono la volontà di migliorarsi, di conoscere ed indagare le proprie potenzialità e di forzare i propri limiti. L'ingresso di Matteo nel mondo della pittura è recente. Tutte le sue opere sono databili infatti al biennio 2016-2018. La prima fase è contraddistinta dall'acquerello su carta cotonata o liscia. Fin dalle prime realizzazioni pittoriche è ben visibile il legame tra modalità espressiva e interessi culturali, che partendo dalla mitologia antica ruotano in maniera sostanziale intorno alla stretta compenetrazione tra arte e storia. Milli è appassionato di storia, specie di periodi come l'antichità egizia e quella classica in particolare romana, il Rinascimento, l'era napoleonica, il Risorgimento, la prima guerra mondiale. Ma in questo ambito riemerge l'attaccamento ad Apecchio e alla sua plurisecolare vicenda. Né potrebbe essere diversamente, per un luogo che alla sua peculiarità paesaggistica accoppia una sua specificità storica. Non si può dimenticare infatti che, nel contesto prima del Ducato di Urbino e poi dello Stato pontificio, sotto il lunghissimo dominio della famiglia Ubaldini Apecchio mantenne uno status di semi-indipendenza, destinato a sopravvivere alla devoluzione dell'Urbinate al papato nel 1631 e protrattosi fino all'estinzione della signoria locale. Ne deriva il sedimentarsi di una volontà di lotta per il mantenimento della propria autonomia, di un'attitudine fiera e guerriera che costituisce il tema portante di molti dipinti di Matteo,sicuramente fra i meglio riusciti. All'origine della poetica del nostro autore si possono individuare tre componenti, efficacemente rappresentate in tre acquerelli del 2017, impostati su pennarello a china e definite inventio, inspiratio e imago. Inventio è la sorgente della fantasia e quindi l'osservazione non solo della natura, ma più ancora dei maestri del passato e attraverso questi dell'aspetto e della psiche degli uomini. Inspiratio è la fase della sintesi tra l'osservazione e la ricerca personale nonché il gusto dell'artista. Ciò che ne deriva alla fine è l'imago, che squarcia il velame dell'immaginazione per presentarsi al pubblico come oggetto leggibile. Dal punto di vista tecnico, il tragitto compiuto da Matteo è riassumibile nel passaggio dall'acquerello all'acrilico su cartone telato. Ma già nella prima fase sono visibili alcuni capisaldi dell'arte milliana. In opere come Natura o La Sorgente, entrambe del 2016, risulta ben presente la compenetrazione tra mito e storia, con l'intento di spaziare su momenti diversi: nel primo caso, con un nume alato che rimanda a un'iconografia etrusca o comunque preromana inquadrata in una solennità classica. Nel secondo, la ninfa raffigurata è ornata da piume che fanno pensare piuttosto a una visione di stampo amerindiano o comunque esotico. Ma sicuramente il filone più presente, che transita dalla prima alla seconda fase, è quello del guerriero in lotta per principi in nome dei quali vale la pena di battersi, di vivere, se necessario di morire. Ed è singolare la commistione tra l'ambientazione storica delle figure e la scelta di usare come modelli amici del pittore o, sempre più spesso, l'autore medesimo. Ne scaturiscono acquerelli come L'uomo d'arme in cui un amico di Matteo è trasformato in un soldato di Federico da Montefeltro o L'Atrezz, dove un altro apecchiese diventa un alabardiere di fine Cinquecento. Dello stesso tenore anche l'acrilico M (1300) del 2017, in cui il guerriero è l'autore: uno dei lavori meglio riusciti, in cui lo sfondo azzurro rende ancor più immediato il balzare del protagonista fuori dall'oscurità, sottolineando il piglio aggressivo del viso. In tutti i lavori risalenti a questa tematica Matteo è abile a muoversi tra un atteggiamento sarcastico e scanzonato, già presente negli esordi fumettistici, e un'esaltazione della forza, se non della violenza. Ecco che le lame o comunque le armi in primo piano sembrano godere di vita propria, riproponendo una tradizione cara a grandi pilastri della storia dell'arte, da Paolo Uccello a Velazquez. Ecco infine la scoperta di esiti cruenti, come Medioevo in guerra, dove la bella figura femminile sembra l'ipostasi di un oscillare tra la vita e la morte, con il sangue che scorre copiosamente su tutta l'inquadratura. Milli non ha bisogno di rispettare la simmetria e non vuole rifarsi a una rappresentazione forzatamente prospettica. Conoscitore del Rinascimento maturo e del grande Manierismo, gli interessano il movimento e i sentimenti dei soggetti. Da questo punto di vista, è fondamentale il graduale inserirsi nella reminiscenza della grande lezione caravaggesca. Matteo vede giustamente in Caravaggio una sorta di perfezione nel rappresentare la psicologia e nel battere nuove strade di indagine sul colore, sulla luce, sull'ombra. Si guarda bene dall'imitare il grandissimo del passato, ma cerca di riproporre in chiave attuale e personale il suo spirito innovativo. Non è complicato rinvenire nei prodotti di Milli un diretto influsso caravaggesco. Il già citato Atrezz è volutamente riferito a tale epoca. Nel fiero cipiglio dei “guerrieri” milleschi pare di riscontrare un'eco della ferocia con cui, per esempio, gli aguzzini torturano Cristo nella Flagellazione del 1606. Il recente lavoro dedicato a Santa Cecilia risente, nell'impostazione, della caravaggesca Madonna dei Pellegrini, in cui il Merisi, per essere più efficace nell'evidenziare l'umanità e la femminilità della Vergine, non esitò a utilizzare come modella la propria amante. Allo stesso modo questa Santa Cecilia è ieratica ma con la sua spalla nuda emana una sensualità tutta terrena. Al di là di singoli spunti, è nel campo dell'indagine e dello sforzo compositivo che risalta l'adesione di Milli alla poetica di un grandissimo. Si vedano a tal proposito due autoritratti recenti (2018), in uno dei quali Matteo stavolta raffigura se stesso come traslato all'epoca di Caravaggio e in cui la relativa accuratezza della sua persona contrasta con i colori appena abbozzati sullo sfondo, quasi a far intuire la difficoltà nell'esporre e nel dare concretezza all'ispirazione. Nell'altro si gioca sull'effetto luce/ombra, come per riproporre quelle che furono definite le “veementi opposizioni di chiaro e di scuro”, punto di forza dei più grandi capolavori caravaggeschi. Niente di più sbagliato potrebbe esservi tuttavia del convincersi che Milli sia già pervenuto a un punto fermo. La sua giovane età, l'ingresso recente nella pittura confermano che si trova appena all'inizio di un lungo cammino destinato potenzialmente a portarlo verso mete oggi impensabili. E' dunque significativo che già oggi non sia un personaggio appartato e sconosciuto. Lo dimostra il seguente elenco delle mostre in cui sono stati esposti i suoi dipinti.
Presso Galleria Mentana di Firenze
-DREAMERS 22giugno-1 luglio 2017
Presso Galleria Merlino di Artexpertise (Firenze)
-ON TOUR II edizione 5-15 settembre 2017
-IDENTITA' ARTISTICHE 18-30 settembre 2017
-MITICO! 2-14 ottobre 2017
-RAGIONE E SENTIMENTO 31 ottobre-1 novembre 2017
-IT'S ART! 13-23 novembre 2017
-TENDENZE CONTEMPORANEE 24 novembre-2 dicembre 2017
-MINIMUM/MAXIMUM 4-12 dicembre 2017
-ART SYMPOSIUM 2017 14-24 dicembre 2017
-SEGNO GESTO MATERIA 8-18 gennaio 2018
Presso Galleria di Floriano Massera – Civitavecchia
-FLYER ART GALLERY – PORT OF ROME 18 maggio-18 giugno 2018
(con 3 dipinti)
Presso Palazzo Ubaldini – Apecchio
-CONTATTI DELL'APPENNINO – Collettiva di pittura curata da Roberto
Volpi 12 agosto-7 ottobre 2018.

ELISABETTA CARLINO - MATTEO MILLI , ARTE E MITO

Arte e Mito. Matteo Milli
27 settembre - 6 ottobre 2019
Città di Castello, Oratorio degli Angeli
Matteo Milli nasce ad Apecchio (PU) e lavora attivamente nel suo paese da cui trae linfa vitale
d’ispirazione. Classe 1991 eppure vanta già di aver condotto ed esposto le sue opere in alcune
delle più importanti città d’arte italiane. Forma la mano con gli studi tecnici, che si dimostrano da
subito insufficienti per contenere l’impulso artistico che lo caratterizza. Da qui l’inizio con le
sperimentazioni in autonomia, passando dalla china all’acquarello, per approdare al cartone telato,
esito finale della ricerca di un supporto adatto alla velocità della sua esigenza espressiva.
Processo creativo non imbrigliato da tecnicismi, vissuto allo stato puro, non filtrato, prerogativa di
chi pur autodidatta sente l’urgenza dell’espressione. Le sue figure non escono dal percorso di una
linea ma vengono costruite da campiture di colore, dai toni noir, in un omaggio libero e personale
alla maniera di Caravaggio.
Arte e mito, binomio inscindibile, manifesto programmatico dell’artista e titolo della mostra che
colloca le sue opere più recenti in una dimensione atemporale incorruttibile, i personaggi, in un’età
dell’oro dell’uomo e dei suoi valori fondanti.
Percorrendo i fotogrammi proposti da Milli, incrociamo lo sguardo fiero di guerrieri e guerriere, in
atto di combattere o stare di guardia, in cui non v’è traccia di timore, che celano ritratti ed
autoritratti. Ma incrociamo anche personificazioni aggraziate, come nella più aulica tradizione
pittorica, di valori come Ispirazione (2019), Nemesi (2019, Pax (2019) e La Pittura (2019), angelica
dama che incorona l’artista per le sue fatiche con l’alloro trionfale. Ma anche un omaggio alla
romana Civitas Tifernum Tiberinum (2019), nucleo originario dell’attuale Città di Castello, che ci
osserva con gli occhi algidi di una giovane che porta l’elmo da centurione. San Floridus (2019),
vescovo patrono e ricostruttore della città dopo la distruzione dei Goti, che ci si palesa ritratto
secondo l’iconografia medievale in atto di ricevere la sua città in segno di protezione.
Dunque atmosfere da illustrazione ma citazioni dense di cultura storico artistica popolano le opere
di Milli tanto che ci vengono incontro in Libertè (2019), la mano di Marat assassinato di Jacques
Louis David (1793), scevra di carta e penna, ma percorsa dai rivoli del sangue versato in difesa
della libertà, ed in Amazzone (2016) una piumata madame impressionista, che sembra ammiccarci
da un caffè di Renoir.