Paul David Redfern

fotografo artistico

Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana, catalogato nel ERPAC (Ente  Regionale del Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia).

Nato il 24 febbraio 1958 a Leominster (MASS. - USA ), dopo le prime esperienze nel settore grafico-pittorico (1975-1986), negli anni Novanta abbraccia la fotografia digitale. Nel 1991 realizza, con il patrocinio del Comune di Gorizia, una rassegna artistica di vari artisti regionali. Nel 1994 crea le "Photomorfosi"©: serie di immagini fotografiche computerizzate. Nel 1995 in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Gorizia crea la rassegna d'arte internazionale "EurArt " che durerà sino al 2007. Nel 1996 viene contattato dalla rivista nazionale Progresso fotografico e nel n° di ottobre vengono pubblicate le prime Photomorfosi®. Nei mesi di gennaio e febbraio 1997 è pubblicato su Applicando, prima rivista nazionale per computer Macintosh e l'Accademia delle Belle Arti di Lubiana (Slo) lo invita a tenere una lezione sulle Photomorfosi©. Grazie al Know How acquisito nella sperimentazione digitale a settembre dello stesso anno è invitato in qualità di relatore al 17° Congresso Regionale FIAF.AGFA Italia gli dedica nel mese di maggio 1999 una personale dal titolo: "Photomorfosi digitale - Metamorfosi della fotografia tradizionale". Dal mensile Computer Arts: "L'arte della Photomorfosi. Alla scoperta di questa originale forma d'arte ideata da Paul Redfern - Paul Redfern è sicuramente uno degli artisti più attivi nel campo della grafica digitale...Secondo Agfa che pubblica un'importante serie di immagini Photomorfosi, di cui alcuni esempi vediamo in questa stessa pagina, queste opere meritano un posto nella storia della fotografia." In ottobre 2007 il suo video "The earth" vince il premio We Show Award quale miglior video artistico online. Le Photomorfosi® fanno oramai parte di collezioni private e pubbliche come la Biblioteca Statale Isontina, Satel Group, il Museo nazionale d'Arte Contemporanea di Fiume (Croazia), MOCA Museum di New York, ecc. Partecipa, su invito, a vari workshop internazionali come Video Film Festival Under 20, International Internet Days, Pixel Point International... Inoltre un intero capitolo (VII) della tesi del Corso di Laurea specialistica in DAMS anno accademico 2010/2011 Università di Udine (relatore Dott. Claudio Domini laureanda Annalisa Secchi) è stato dedicato al suo progetto artistico Photomorfosi©.

Formazione

Ex tecnico informatico, ambiente Apple Macintosh, esperto DTP (Desk Top Pubblishing). Pioniere italiano della fotografia artistica digitale.

Tematiche

Motoring art, temi vari natura, Prima e Seconda Guerra Mondiale, ritratti decadenti

Tecniche

Fotomontaggio digitale

Quotazione

Cenni critici, a partire dal 1994, pubblicati su testate nazionali quali Ruote classiche, Applicando, Computer art nonché su cataloghi d'arte contemporanea.

HENRY CASEROTTI
(Digication.com) - New York City - Fairfield Count

Paul David Redfern è un artista digitale nato a Leominster (Massachusetts) nel 1958 che attualmente risiede e lavora a Gorizia, Italia. Egli afferma che "la scoperta digitale e della computer art", nel 1990 lo ha portato nel 1994 ha creare le Photomorfosi© una serie di fotomanipolazioni digitali. Da allora ha avuto un ruolo attivo nel campo dell'arte contemporanea-digitale.Lavorando con solo tre strumenti, un iMac, una macchina fotografica digitale e Adobe Photoshop, l'artista Redfern crea opere molto interessanti. Ciò che le rende uniche sono due aspetti fondamentali che, di norma, più frequentemente si trovano nei tradizionali mezzi di comunicazione visiva. La prima è che Redfern incorpora un senso tangibile di texture in molte delle sue opere. Questa illusione dello stato della superficie fa sembrare che l'immagine sia stata creata su una superficie reale, come il legno o la pietra. Il fruitore può facilmente immaginare che ciò che vede è un oggetto reale, piuttosto che una creazione digitale, e questo può cambiare completamente la percezione visiva. Dopo tutto, un'immagine che è in realtà una serie di 1 e 0 (insieme di bit) è molto effimera, mentre un'immagine che sembra essere tangibile, un oggetto fisico, dà l'illusione di esistere nella realtà.In secondo luogo, Redfern coinvolge lo spettatore a scoprire cosa realmente sta succedendo nelle sue immagini. E non sempre è immediatamente evidente ciò che si sta vedendo. Spesso ci sono figure umane nascoste nelle composizioni che si rivelano solo con una attenta osservazione. In altre parole, lo spettatore deve dedicare un po' di tempo per svelare l'intera immagine. Il tempo che il fruitore dedica alla lettura dell'opera è incredibilmente importante, perché costringe lo spettatore a vivere, per un po', all'interno del mondo creato dall'artista, esplorandolo più a fondo e capire così ciò che l'artista sta esprimendo.Quello che trovo più interessante sul lavoro di Redfern è la complessità che ottiene utilizzando supporti digitali. E' il tipo di lavoro che può svelare alcuni dei suoi più profondi segreti soltanto se osservato in un periodo prolungato di tempo. Questo è molto diverso da gran parte dell'arte digitale vista oggi e che si basa sul surrealismo o giochi di parole visive che mettono in relazione idee relativamente concrete. Redfern dice che sta cercando di condividere il suo mondo dei sogni attraverso la sua arte. La complessità delle opere digitali di Redfern,quindi, è ciò che, secondo la mia opinione, le pone di diritto nella categoria delle belle arti.

2019

DARIO TONANI - Ruote classiche n° 362, periodico mensile (ED Editoriale Domus) - Febbraio 2019

"La mia arte annegata in una texture"
Americano d'origine ( è nato a Leominster, Massachusetts, nel 1958), Paul David Redfern risiede e lavora da tempo in Italia (a Gorizia), dove nel 2014 è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti artistici. La sua passione per le auto classiche - è felice possessore di due Fiat 500 storiche - lo ha portato, nel 1994, a elaborare un suggestivo progetto artistico denominato "Photomorfosi". Di che cosa si tratta ce lo spiega lui stesso: "Sono fotomanipolazioni digitali. In estrema sintesi, realizzo le mie opere con tre soli strumenti: un iMac, una fotocamera digitale e Photoshop." Ciò che rende in realtà le sue creazioni particolarmente suggestive è l'uso massiccio delle cosiddette texture grafiche, che suggeriscono l'illusione che il soggetto sia dipinto su una superficie reale, come ad esempio il legno, la latta o la pietra, anziché al computer. "L'osservatore" ci spiega, "può facilmente immaginare che ciò che vede sia un oggetto reale, piuttosto che un'immagine digitale rappresentata da una sequenza di bit". A caratterizzare ulteriormente i suoi "quadri", sempre in colori plumbei e con ampio utilizzo dell'effetto ruggine, ci sono figure nascoste nella composizione che richiedono, per essere individuate, un'osservazione attenta e prolungata tra giochi di sovrapposizioni e trasparenze. Provate a trovarle! Un modo per invitare lo spettatore a entrare nel mondo dell'artista. Ma soprattutto una forma originale d'intendere l'elaborazione digitale, che di norma gioca tutto sull'immediatezza e impatto. I suoi soggetti sono icone dagli anni Trenta in avanti, sportive ma anche note utilitarie, contestualizzate con elementi grafici e pubblicitari contemporanei al soggetto.

2016
D.SSA BARBARA ROMEO-PalermoCritico e storico dell'arte, Palazzo Francavilla - Palermo

...L'idea che la sua arte sia portatrice di alti valori artistici, culturali e estetici, nonchè l'indiscutibile abilità tecnica frutto di lavoro e studio approfondito rende i suoi lavori ammirabili e degni di nota. Opere come le sue costituiscono una bella e piacevole fase d'arresto nella monotonia del panorama artistico italiano, e noi vogliamo metterne in evidenza tutte le peculiarità frutto di una laboriosa carriera artistica...


2014
ANAMARIJA STIBILJ šANJ -Bohinj (Slovenia)Critico e storico dell'arte, 6. Mednaroda likovna kolonija Kristal - Bohinj

Paul David Redfern è tra i pionieri della fotografia digitale italiana. L'immagine fotografica è per lui un documento, una testimonianza del tempo, dello spazio, delle persone, degli eventi; è, in poche parole, la "cattura" del momento. Ma, nello stesso tempo, è anche un linguaggio espressivo e un rapporto personale con la realtà visiva. Il suo processo creativo, però, non termina qui. Nel computer egli vede, il tutto inserito in un nuovo contesto creativo, la possibilità di simulare "la scrittura con la luce", la scoperta dello spirito creativo, la realizzazione di idee scintillanti. Il computer è lo strumento che gli permette di tradurre la sua idea in una nuova immagine: vera, sfaccettata, unica, originale e visivamente interessante nonché convincente. Il gioco creativo di nuovi motivi è guidato dal proprio pensiero artistico e dalla sua estrema sensibilità artistica. Questa sensibilità lo ha condotto alla scoperta della pittura e della grafica, tecniche "osservate" per più di un decennio. Questo tipo di esperienza artistica, accompagnata da nuove tecniche e tecnologie, ha introdotto Redfern verso un interessante ed emozionante percorso che lo ha accompagnato sino alla progettazione di opere che rappresentano vere sensazioni visive. Dal supporto tecnico, l'indispensabile interfaccia, nascono opere che testimoniano che esse sono basate su una altissima componente artistica. L'approccio dell'autore è sempre altamente artistico essendo egli un vero maestro del colore, dello spazio e luce, delle linee e forme, delle strutture, delle composizioni complesse e texture. Nella progettazione, dei suoi collage digitali, le figure sono realizzate con complesse sovrapposizioni di texture e intrecci vari. In esse, ovvero lo scenario che l'artista crea, si riflette nello stesso tempo sia lo sguardo intimo che artistico, sentiamo l'immagine come un mezzo basato su un solido fondamento artistico, che vive la libertà di idee. Le immagini di Paul David Redfern sono una sintesi armoniosa, seguono il concetto dell'autore e, cosa fondamentale, mantengono chiara la sua rappresentazione. Osservando attentamente le specifiche del nuovo ambiente creativo Redfern ha, in relazione all'interiore-esteriore, trovato una interessante "materia prima" di vari elementi collegandoli in un "unicum" inseparabile dove ogni frammento gode di propria vita artistica.

2013
ELIANA MOGOROVICH - Gorizia"Photomorfosi - Ritratti dell'anima"Il tempo di 1 clic! Mostra fotografica Museo Civico del Territorio, Cormòns (GO) - (catalogo)

Il tempo che ci sfugge, che ci insegue, che inseguiamo. Il tempo che corre, raramente cammina, passa veloce, non passa mai. Il tempo che - secondo un ritmo proprio, diverso per ognuno e per ogni fase della vita - procede. E procede comunque, indipendentemente dalla nostra volontà e dal nostro essere pronti per ciò che porterà. Non possiamo fermarlo se non in un'immagine che sarà, forse, in grado di restituirci le emozioni che l'hanno accompagnata. E per riuscirci, anche ora che siamo travolti da internet, cellulari, smart phone, ipad, e anche ora, per poterlo trattenere dobbiamo ricorrere a uno strumento "antico" come la macchina fotografica. Perchè se anche rispetto a solo dieci, cinque, due anni fa i modelli e le potenzialità delle macchine fotografiche sono diversi e in continua evoluzione, il principio base rimane sempre lo stesso: premere un tasto (oggi semplicemente sfiorarlo) per sentire quel prezioso click. L'attimo che separa il flusso dell'esistenza da un suo ricordo imperituro. Complici i cellulari, oggi la vita sembra conoscere una dilatazione di momenti da immortalare e condividere. Ma proprio questa complicità garantita dalla tecnologia rischia di banalizzare l'attimo e il mezzo usato, quasi avallando la tesi di coloro che interpretano la fotografia come arte di serie b, convinzione nata dall'idea che sia la macchina a produrre e non l'artista a ideare e che pare essere suffragata dalla parsimonia con cui le mostre fotografiche vengono musealizzate trovando piuttosto spazio in luoghi non deputati all'arte come locali pubblici, cantine, qualche galleria privata. E allora Il tempo di un click va controcorrente. Come l'oggetto cui è dedicata - la fotografia, appunto vuole eternare dei momenti precisi, così la mostra intende elevare dal marasma visivo che ci circonda alcuni autori e le loro opere per ribadire l'artisticità del loro lavoro. Che, seppur sancita dall'allestimento in una sede museale, non è certificata da questa collocazione bensì dalle modalità di realizzazione di queste immagini, opere per le quali il click è solo il punto di partenza, e forse è pure quello meno esaltante. Mentre infatti per i fotografi dilettanti lo scatto è l'approdo di una emozione, per Paul David Redfern lo scatto è invece soltanto l'inizio: l'inizio di una avventura artistica, di un costante mettersi alla prova saggiando le capacità tecniche del procedimento scelto e la comunicatività di ciò che è stato immortalato. E l'emozione, con quel click preparato, studiato, meditato, non si ferma: piuttosto, comincia a liberarsi. Racconti individuali che possono trasformarsi in un'unica, continua narrazione sono le Photomorfosi di Paul David Redfern. Inserite nel ciclo "Ritratti dell'anima" cui l'autore lavora dal 2010, queste opere presuppongono la vicinanza intellettuale ed emotiva fra l'autore e la modella. E' solo conoscendo il carattere, le passioni, il mondo in cui si muovono le protagoniste dei suoi scatti che l'artista riesce a circondarle di frammenti del loro quotidiano, immortalati singolarmente in fotografie che vengono successivamente sovrapposte e infine rielaborate al computer in modo da simulare l'effetto pittorico. L'effettiva istantaneità del click si dilata nel lungo processo di post produzione che permette alla precedente esperienza di Redfern nel mondo della grafica e del collage di emergere in modo netto. Simili a pannelli pubblicitari, queste opere sono il miglior tramite per comunicare che la fotografia non è qualcosa di fuggevole e leggero: è Arte che implica e tempera manualità e concetto.

2013
ERMES IVO BUZZI - TarvisioArchitetto

"The Raibl!" Installazione artistica Videocube-Raibl 2013-and Gallery-Photomorfosi Mine/PicturesLa presente installazione è composta da un poliedro (cubo rosso mt. 2×2x2, la dimensione 2×2 era la sezione tipica della galleria di trancia per la coltivazione del minerale) , all'interno del quale viene proiettato un Photo-movie dedicato alla miniera, avente il titolo: " The Raibl- Libera interpretazione della vita in miniera" e 13 Tele-canvas 50×70 anch'esse dedicate alla miniera ed ai minatori di Cave del Predil, quale risultato di un incontro artistico tra l'artista digitale Paul David Redfern e l'architetto Ermes Ivo Buzzi nella primavera 2011 a Gorizia. Il video "The Raibl!" è frutto degli artisti Giuseppina Mastrovito e Paul David Redfern.... A tal fine Redfern visitò Cave, la miniera e il suo ipogeo e realizzò sia il video che delle immagini digitali "photomorfiche" sull'ambiente minerario specifico di Cave del Predil e sui minatori intenti nelle lavorazioni tipiche della tradizione mineraria. Immagini particolari con complesse campiture di base, eseguite con una personale tecnica di combinazione-sommatoria fotografica di superfici deteriorate dal tempo e dal degrado: vecchi intonaci, superfici ferrose ossidate, legno invecchiato e consumato dagli agenti atmosferici ecc...

2012
LORELLA KLUN - Trieste"Paul David Redfern - Ritratti dell'anima"SkupinArt Mostra fotografica, Bucuie (GO) - (catalogo)

I "ritratti dell'anima" nascono da un'operazione concettuale e culturale, presentata con lo stile e le raffinate qualità che negli anni sono divenute il segno caratteristico di questo autore, uno dei pionieri dell'uso di tecniche digitali. Per questo progetto, destinato ad ampliarsi nel tempo, Redfern si accosta a personaggi che hanno lasciato il segno nel mondo culturale di Italia, Austria, Slovenia e Croazia: egli ne fotografa le statue o i ritratti, per poi rielaborarli e imprimerli su un ricco tessuto compositivo. Il processo utilizza uno dei tratti salienti della fotografia, cioè la conservazione della memoria, ma lo amplifica con le moderne tecniche di stratificazione e assemblaggio. I ritratti dei ritratti sembrano allora riacquistare vita attraverso le asprezze e le rugosità del tronco e le asperità di vecchi intonaci; i caldi depositi sabbiosi non occultano, ma esaltano i tratti salienti dei personaggi, le loro fisionomie riprendono volume, rivelando frammenti del proprio vissuto, rinvigorendo il soffio eterno dell'anima e mantenendo vivo il ricordo di ciò che furono, scrissero, attuarono.

2010
JASNA MERKU' - Trieste"Paul David Redfern - Photomorfosi"12° Fotoincontro , Mostra fotografica Galleria Tir , Nova Gorica (Slovenia) - (catalogo)

Il ciclo delle Photomorfosi di Paul David Redfern offre continue opportunità di sviluppo. Possiamo rilevare continuità con la produzione del periodo precedente in cui dalla metà degli anni settanta l'autore si avvaleva di mezzi e metodi espressivi tradizionali, soprattutto della grafica e del collage. Redfern parte dall'espressione pittorica e ci ritorna anche quando in seguito approda alla tecnica digitale con le innumerevoli possibilità di elaborazione che offre, accolte come nuovo stimolo. La tecnica opera tra tradizione ed innovazione, restando sempre e comunque fedele a se stesso ed autentico. Si denota la sua autonomia nel approccio tecnico che gli consente di sviluppare da solo le diverse fasi del processo creativo sino alla stampa digitale finale, resta autonomo anche nell'attingere i motivi dal mondo onirico e fantastico. Il tema della rappresentazione degli abissi marini, degli esseri misteriosi, delle velature dai colori brillanti e dalle modulazioni fine fattura grafica viene sviluppato attraverso suggestive soluzioni pittoriche, ottenute del tutto con l'elaborazione digitale delle fotografie. Le sovrapposizioni creano effetti particolari di profondità e accentuano la dimensione surreale, che metaforicamente vede emergere proprio la perlustrazione del profondo, inteso anche come esplorazione da parte dell'artista di originali associazioni visive. Ciò che maggiormente attira lo spettatore è il racconto visivo intriso di dolcezza e con una forte carica emotiva.

2008
LORELLA KLUN - Trieste"codexM"10° Fotoincontro Mostra fotografica Kulturni dom (GO) - (catalogo)

"La matrice un tempo gli aveva ricordato i legami proteici di singole cellule specializzate.Allora potevate buttarvi e planare, alla deriva, ad alta velocità, completamente coinvolti ma del tutto separati, e tutt'intorno a voi la danza degli affari, delle informazioni che interagivano fra loro, dati che diventavano carne nei labirinti del mercato nero..."William Gibson, "Il neuromante"Cosa farebbe uno scriba a spasso nel tempo? Assimilato il metodo iconografico e quello ideografico, capace di rendere con un segno astratto l'idea di un oggetto o di un pensiero, nella sua ricerca del Sapere, approderebbe alla scrittura fonetica.Via via sostituirebbe stilo e tavolette di argilla con calami ed inchiostri, poi la pelle di montone in uso a Pergamo lascerebbe il posto alla fragile levigatezza della carta. Infine, giunto sulle sponde della nostra società neurocentrica, abbandonerebbe inchiostri e pennelli, abbagliato da mouse e tavolette grafiche; viaggiatore assetato, scivolerebbe tra costellazioni di dati, per immergersi nella pulsante memoria collettiva del Cyberspazio.Aggiornerebbe allora i suoi codici, tramutando capolettera miniati in simboli e logos ed attraversando così i paradossi spaziotemporali di un gigantesco anello di Moebius.Nella Rete luccicante di richiami, Paul David Redfern è stato un navigatore della prima ora: da anni intreccia immagini a stringhe di dati, piegando alla sua progettualità complessi ricami di bit.Il suo ultimo lavoro, "CodexM" vuole essere un cortocircuito tra la memoria del Passato ed un presente in bilico tra contrastanti pulsioni. Nelle sue immagini compaiono frammenti di codici -affiorati da supporti erosi dal tempo- che si compenetrano con i segni iconografici della nostra epoca.Del Sommo Artefice rimane un'ombra densa che incombe sul grafismo dei volti, sui simboli e sulle nuove Babele, miscelati nel capace ventre della Matrice.E quando si tratta di riportare concretezza al diluvio di dati, ecco che la sabbia e la pietra possono compiere la nuova alchimia, ritessendo le smagliature del tempo e forgiando la chiave di ingresso ad un Mondo Nuovo.

2002
MASSIMO PATTI - Milano" Photomorfosi reale e virtuale"Fotocomputer n°43 (mensile di fotografia digitale)

Letteralmente dal greco, photomorfosi vuol dire "metamorfosi della fotografia"; in questa galleria di Paul Redfern potrete comprendere, meglio che con mille parole,l'esatto significato del termine....Redfern attraverso il computer rielabora le sue fotografie, porta le sue immagini reali in un territorio virtuale che le mescola, le combina in modo fantastico, le fa rivivere in luoghi impossibili: un po' come accade nel sogno, dove il punto di partenza è quasi sempre un dato reale, ma il contesto in cui prende forma è del tutto inventato. La virtualità del suo operare gli permette di creare colori nuovi, modificare le forme in una sorta di nuova metafisica tecnologica: questo il senso delle sue "Photomorfosi".

2001
C.C. - Millano"L'arte della Photomorfosi. Alla scoperta di questa originale forma d'arte ideata da Paul Redfern"Computerarts (mensile arte digitale)

Paul Redfern è sicuramente uno degli artisti più attivi nel campo della grafica digitale......Secondo Agfa che pubblica un'importante serie di immagini Photomorfosi, di cui alcuni esempi vediamo in questa stessa pagina, queste opere meritano un posto nella storia della fotografia.

2000
ISABELLA FRANCO - Gorizia"Originale mostra di fotografie digitali di Paul David Redfern nello spazio Della Torre - Opere hi-tech ammantate di MedioevoMessaggero Veneto (quotidiano)

Quali sono i confini dell'arte? Quali gli estremi del mezzo espressivo? Ai tempi di Giotto e Cimabue il massimo dell'ardire probabimente consisteva in tentativi di rappresentazione prospettica della realtà e nello studio di composizioni cromatiche il più possibile al vero. Da quelle conquiste l'arte, i mezzi classici di espressione della sensibilità umana, hanno fatto passi da gigante, per arrivare, al giorno d'oggi a vere e proprie sperimentazioni che hanno superato di gran lunga i confini di quello che fino a poco fa era inimmaginabile. Sono queste le premesse al lavoro di Paul David Redfen, artista goriziano di origine americana che dopo anni di sperimentazione nel campo della fotografia tradizionale è approdato alla fotografia digitale trasformando i canoni classici di quel settore......Venti immagini a colori su supporto rigido di forte impatto visivo rappresentano la trasformazione della fotografia digitale, risultato della combinazione armonica della macchina fotografica e del computer. I prodotti sono delle forme, figure, apparenze, che evocano sensazioni di onnipotenza, un senso di padronanza assoluta del mezzo tecnologico da parte dell'artista e le sue mille potenzialità. La perizia e la professionalità, in questo caso, si concretizzano in opere di hi-tech che stranamente recano la sensibilità e il vago senso del sogno di un paesaggio medievale.

1999
ROBERTO MUTTI - Milano"Paul David Redfern - Photomorfosi digitali"La Repubblica-Tutto Milano, n°158, 29/4-5/5

...Uno dei temi più interessanti e innovativi affrontati in campo fotografico in questi ultimi anni è connesso all'immagine digitale che cioè utilizza, in una o più fasi di elaborazione, il computer. L'americano Redfern, goriziano di adozione, propone qui alcuni dei suoi lavori realizzati con Photoshop, un programma che consente di partire da una fotografia tradizionale per modificarla in modo radicale; le venti foto in mostra consentono di analizzare il procedimento ma anche di capire che gli autori più interessanti sanno andare oltre la pura tecnica per costruire un nuovo linguaggio espressivo..

1999
ALEX DADI - Milano"Photomorfosi"Gazzetta Cral (mensile)

...La mostra comprende circa 20 immagini a colori, di forte impatto visivo, che rappresentano la "trasformazione" della fotografia tradizionale in digitale, costituendo l'esempio più interessante di come combinando in modo armonico la macchina fotografica con il computer si possano ottenere risultati artistici di grande valore..

1998
FRANCA MARRI - Gorizia"Arte multimediale"Contemporanea98 (catalogo)

Per Paul David Redfern e Mauro Mauri il media tecnologico, il computer, è uno strumento in più, un mezzo ulteriore. Redfern attraverso il computer rielabora le sue fotografie, porta le sue immagini reali in un territorio virtuale che le mescola, le combina in modo fantastico, le fa rivivere in luoghi impossibili: un po' come accade nel sogno, dove il punto di partenza è quasi sempre un dato reale, ma il contesto in cui prende forma è del tutto inventato. La virtualità del suo operare gli permette di creare colori nuovi, modificare le forme in una sorta di nuova metafisica tecnologica: questo il senso delle sue "Metamorphosi" (ndr. Photomorfosi)......I due artisti Redfern e Mauri hanno quindi pensato a un progetto comune, collaborando alla creazione dei fumetti che portano la firma MauRed. In occasione di Contemporanea98 è stato presentato in anteprima il loro secondo fumetto digitale dal titolo "Paul Mac Chaty - Anchor operation": di vaga ambientazione americana, si tratta di un thriller rigorosamente in bianco e nero, fatto di vari intrighi tra gangs mafiose. Le "forme" in cui viene presentato va dal tradizionale supporto cartaceo, al video clip, al cd-rom, alla proiezione digitale. Tale operazione rende il "prodotto" fumetto quadrimensionale.

1997
LUCA ROMOLI - Cinisello Balsamo (MI)"Il buon anno si vede da gennaio"Applicando n°137, gennaio (mensile computer Apple)
... una serie di lavori di Paul David Redfern, dal titolo "Photomorfosi": ovvero fotografie tradizionali manipolate al computer. David, a testimonianza del fatto che non sono neccessarie macchine esorbitanti per la realizzazione di lavori artistici, opera su di un MacIIFX equipaggiato con soli 17 Mb di Ram...

1996
ENZO SANTESE - Trieste" Paul David Redfern - Photomorfosi"

EurArt (catalogo)I rapporti interattivi tra creatività ed elettronica impegnano l'artista su molteplici piani e sviluppano nell'opera una sintesti tra procedimento diretto e intervento strumentale. La mediazione del computer in Paul David Redfern amplifica il potere di scomposizione della realtà, affidata a fotografie in bianco e nero. In tal modo particolari architettonici, realtà vegetali, scorci di paesaggio, dettagli di cose sottoposti a una sorte di lente dì'ngrandimento costituiscono la base di partenza per uno slancio espressivo imprevedibile nei suoi esiti finiti, grazie alla mole di modificazioni possibili nell'"urna telematica"; Redfern - sulla scorta di una lunga consuetudine con la sperimentazione grafica e fotografica - elabora per via digitale immagini che sospendono il reale sulla soglia di una leggibilità a volte ambigua: nel margine cospicuo tra l'idea istantanea e la sua immisssione nel computer si situa una serie di opzioni espressive che culminano in soluzioni combinate di forma, destrutturata dalla sua logica originale e riproposta per una finalità puramente estetica, e colore, acceso su tonalità calde a dare maggior rilievo alle due polarità dell'opera: la severità del bianco e nero e l'esultanza dell'intervento cromatico. Il lavoro di Redfern ha un pregio soprattutto, quello di mantenere l'artista integro ad asservismi alla tecnica, che domina in tutte le sue articolazioni, e libero di cogliere nell'alveo telematico risultati che lo rappresentano appieno in ogni sua opera.

1996
GUIDO MARIA GATTEGNO - Milano"Photomorfosi digitali"Progresso Fotografico (mensile di fotografia)

Per realizzare le sue immagini, da lui battezzate "Photomorfosi" ovvero trasformazione della fotografia, Paul David Redfern si avvale di un personal computer. La scelta del computer, macchina considerata da alcuni "fredda" per eccellenza, è stata da lui sentita all'inizio come una sfida, come un mezzo per dimostrare che è possibile raggiungere ed ottenere come risultato finale delle immagini "calde", vive. Di contro dichiara apertamente che non abbandonerà mai l'uso della macchina fotografica tradizionale, strumento che reputa strettamente collegato alla fotografia digitale, e che non bisogna mai esagerare nell'uso degli effetti digitali, solo combinando in modo armonico fotografia e computer è possibile ottenere un risultato artisticamente valido, infatti alla base dell'atto vi è sempre la mente umana e non lo strumento.Ad avvalorare la sua tesi cita il designer Fabio Smotlak: "L'utilizzo da parte degli artisti delle nuove tecnologie informatiche pone un problema di fondo; come avvalersi della versatilità delle tecnologie informatiche evitando nel contempo l'appiattimento espressivo che tali tecnologie possono indurre. E' da ritenere che solamente una giusta tensione creativa tra i due poli, quell tecnologico e quell della neccessità espressiva dell'uomo, può produrre arte in quanto espressione e comunicazione".

1994
FABIO SMOTLAK - Trieste (TS)operatore visuale e designerPhotomorfosis: l'occhio, la macchina fotografica ed il computer (catalogo)

La funzione espressiva è una necessità per l'uomo: significa una personale liberazione o una funzione comunicativa. Uno dei mezzi classici d'espressione è la pittura ed il disegno alle quali, nel nostro secolo, si affiancano altre tecniche espressive come il collage, la fotografia, il cinematografo, ecc. Alcuni esponenti dell'avanguardia artistica di questo secolo sono particolarmente emblematici nel passaggio dei mezzi espressivi "classici" ai nuovi mezzi che si avvalgono anche di tecniche e di materiali di produzione industriale. Cito ad esempio gli artisti Kurt Schwitters e Marcel Duchamp quali esponenti della corrente dadaista; László Moholy-Nagy, pittore, ricercatore visuale e designer, Man Ray pittore e fotografo americano che ha prodotto conseguenze profonde nell'arte del suo paese. E' doveroso, inoltre, citare l'artista triestino Augusto Cernigoj, allievo del Bauhaus e portatore delle avanguardie artistiche nella nostra regione (ndr. Friuli Venezia Giulia). Infatti è in questa linea che troviamo le premesse al lavoro di Paul David Redfern. Le origini americane dell'artista rispecchiano l'interesse e la sensibilità estetica legate alla moderna tecnologia. Non fu un caso, che proprio in America, il passaggio dall'ambiente naturale all'ambiente tecnologico si svolse in modo più rapido e traumatico che in Europa. Va inoltre considerato il fatto che l'artista cresce e si forma culturalmente in una città come Trieste, piena di contraddizioni e sospesa tra un passato culturalmente cosmopolita e un presente di città di confine. Le esperienze e i diversi influssi che l'artista assorbe, nonché la ricerca di una propria identità, formano il contesto del suo lavoro artistico. E' prematuro dare valutazioni risolutive poiché considero la ricerca estetica di Paul David Redfern ancora "giovane" ed in una fase di forte sviluppo. La sua ricerca procede parallelamente con lo sviluppo di nuove tecnologie fotografiche ed informatiche. Esse sono la base delle immagini che l'artista propone. Nella produzione artistica di Paul David Refern si possono individuare due fasi salienti: la prima fase (1975 - 1992) che potrebbe essere definita come ricerca espressiva e la seconda fase (dal 1993) come espressione estetica dell'immagine tecnologica. Nella prima fase l'artista usa un approccio multiforme all'immagine: mediante un procedimento tecnico "ibrido" persegue un risultato altamente formale. In queste opere l'artista oscilla tra la fotografia pura e le varie elaborazioni grafiche-fotografiche che il procedimento ottico-chimico della tecnica fotografica suggerisce. Inoltre vengono adoperati procedimenti compositivi di derivazione dadaista quali il collage e l'assemblage, nonché immagini ottenute mediante stampe da dia-sandwich ed elaborazioni grafiche realizzate al computer. Se analizziamo il linguaggio delle immagini proposte notiamo che l'autore, per la loro formazione, si avvale di diversi codici visivi e iconici. Inoltre utilizza strutture compositive e figure retoriche (similitudine, metafora, ironia-umorismo, ecc.) tipiche della comunicazione visiva ed in particolare di quella pubblicitaria. L'aspetto caratterizzante del lavoro di Paul David Redfern in questo periodo è dunque la ricerca sulle tecniche e linguaggi dell'immagine. Tale ricerca è una riflessione meta-linguistica in quanto verifica del proprio procedimento operativo e di un proprio codice dell'immagine. Nella seconda fase del lavoro, Redfern si avvale delle possibilità elaborative ed espressive del computer. L'artista crea un'immagine sintetica elaborando elettronicamente le immagini fotografiche. Il procedimento consiste nel depositare nella memoria del computer un'immagine fotografica che viene in seguito scomposta elettronicamente nei suoi elementi costitutivi: forme, colori, significati, ecc. L'artista ricompone gli elementi così ottenuti in nuove immagini con finalità del tutto estetiche. Il procedimento descritto è alla base delle immagini chiamate "Photomorfosi". Queste immagini si presentano al fruitore con un aspetto paradossalmente pittorico o di collage dipinti. Sono immagini che potremmo definirle "calde" e nascondono a chi le guarda l'alta complessità tecnologica necessaria a formarle. L'utilizzo da parte degli operatori estetici delle nuove tecnologie pone un problema di fondo: come avvalersi della versatilità delle tecnologie informatiche evitando nel contempo l'appiattimento espressivo che tali tecnologie potrebbero indurre. E' da ritenere che solamente una giusta tensione creativa tra i due poli, quello tecnologico e quello della necessità espressiva dell'uomo, può produrre arte in quanto espressione e comunicazione. Paul David Redfern, accettando creativamente la sfida, cerca di dare la sua risposta.

1994

CRISTINA VISINTIN - Monfalcone (GO)Messaggero Veneto (quotidiano)
...L'utilizzo dell'informatica è per lui autentica e profonda passione: il computer, non più gelida "macchina", diviene per Redfern uno strumento con grande potenzialità di estrinsecazione. La scelta dei soggetti da ritrarre ed elaborare è la medesima di un pittore dinanzi alla tela: tutto ciò che stimola la fantasia viene catturato...