Pietro Moroni

pittore

Premi

MANUELA MENTASTI
Un'arte di facile comprensione, viva. I corpi, spesso nudi, reali, presentano forme gigantesche, eppure rimangono fluidi come un sogno. Una pennellata li rende vivi, li fa emergere da piatti fondali. Il contorno ne racchiude la corporeità , ma permette loro di fluttuare spesso in paesaggi poco definiti. E i corpi nella loro monumentalità ricordano proprio Picasso.

GIULIANO ROSSI
Pietro Moroni è un artista al quale va subito riconosciuta una qualità che, paradossalmente, non è troppo diffusa tra i pittori: sa dipingere. Bagnanti, danzatori, equilibristi questi sono i temi delle sue composizioni più originali, che risultano particolarmente attraenti, non tanto per i contenuti, quanto grazie all’intenso dinamismo delle figure, all’ampiezza degli spazi dipinti, alla brillantezza del colore. Dipinti che comunque non trascurano di suggerire spunti di riflessione intorno al senso della vita, intesa come delicato gioco di equilibri

MARIA LODETTI
Pietro Moroni è sicuramente un pittore capace, come sicuramente è evidente la sua profonda conoscenza dell’anatomia umana. La padronanza della tecnica è dimostrata dall’abilità nel disegno a cui unisce una grande sensibilità per il colore. Le sue opere sono ben costruite, armoniche, piacevoli da vedersi. Nei suoi dipinti è sempre presente la figura umana che è rappresentata costantemente in movimento, quasi che i suoi soggetti non possono stare fermi e riposare.

LEONARDO CAVIGLIOLI
La pittura di Pietro Moroni è una continua sorpresa, sia in senso coloristico che in quello dei contenuti; sorpresa per l’impatto dei colori a volte tonali, caldi e diffusi, a volte stridenti e acidi da pittura manierista; (chi lo frequenta sa della sua predilezione per artisti di quel periodo, come il Pontormo); sorpresa per la varietà delle tematiche, che, se rivelano un interesse per la danza, i giocolieri, gli equilibristi. Possono trattare l’amore, anche quello letterario e tragico (Paolo e Francesca, Giulietta e Romeo) o i miti (Le Moire, Ulisse), ma toccano anche soggetti storico-sociali attuali e drammatici (“La barca di Lampedusa”, una “Zattera della Medusa” dei migranti dei nostri giorni) . E’ chiaro che sarebbe fin troppo facile rinvenire nella sua arte gli echi della grande pittura, dal Cinquecento michelangiolesco e manierista, all’Ottocento romantico, al Cubismo, ai grandi come Klee, Klimt, Chagall o Picasso, ma questi riferimenti rivelano solo una profonda cultura artistica affinata in decenni di lavoro e di studi, espressa in un continuo confronto con i grandi (ma non subordinazione ad essi) e sempre più raffinata dal punto di vista degli strumenti espressivi, decorativi e artigianali. E’ una pittura che mostra il piacere di far arte e lo comunica agli occhi dello spettatore , avvolgendolo in un turbinio di colori e movimenti, di intrecci complicati di corpi e di mani, a cui spesso è affidata la rivelazione dei sentimenti, (espediente espressivo già usato da artisti come il Grunewald dell’Altare di Issenheim o il Picasso di “Guernica”) più che alle maschere dei volti, da stile severo greco. Procaci fanciulle mostrano le loro forme seducenti ad un Ulisse tentato ma perplesso (Ulisse e le sirene); danzatori dagli abiti sfaccettati come prismi si muovono in un ballo frenetico di stampo futurista (Il ballo) ; leggeri e aerei equilibristi volteggiano su sottili fili, sospesi vertiginosamente sopra i tetti (Gli equilibristi) ; angeli con ali preziose come gemme si stagliano sul fondo buio del cielo, dominato da un’inquietante luna di zaffiro( “Volo di angeli nella notte”) e forse vanno in aiuto dei poveri migranti che si contorcono nei loro corpi michelangioleschi in cerca di salvezza sulla loro barca in preda ai flutti (“La barca di Lampedusa”), mentre, fra le Dee Oscure del Fato, Atropo, dallo sguardo fulminante, taglia il filo che lega gli uomini alla vita(“Le Moire”). La precarietà, dell’equilibrio e dell’esistenza, è il filo logico che lega queste immagini; l’artista sembra voler dire che questa è una delle costanti dell’universo, ma lo dice con tale eleganza di forme e di colori che si è quasi pronti ad accettarlo serenamente ; l’accettazione e la serenità si rivelano in certi momenti di pausa, dove, magari, due amanti, indifferenti alle sciagure del mondo, ammirano, dall’alto di un colle fiorito, il lago di un azzurro screziato che si stende sotto di loro (“Sera sul lago”) o fanciulle di morbide forme possono essere spaventate, al massimo, da un incredibile gatto azzurro che viene raccolto amorevolmente da una di loro (“Il gatto azzurro”) .Instabilità, precarietà ma anche leggerezza. Durezza e tensione espressiva ma anche dolcezza e tenuità. Una grande varietà di espressioni artistiche che mostra sensibilità profonda nel cogliere aspetti nascosti delle cose ma anche capacità di distaccarsene.

Bibliografia

Nato nel 1952, ha frequentato regolari studi di pittura presso la scuola d'arte di Brera a Milano. Ha iniziato l'attività artistica esponendo per la prima volta nel 1967, da allora si sono succedute con continuità mostre personali e partecipazioni a collettive sia in Italia che all'estero dove ha coseguito premi e riconoscimenti.
Le esperienze artistiche acumulate sono molteplici, frequentemente si è dedicato all'arte sacra realizzando vie crucis e dipinti attualmente collocati in chiese italiane. Ha realizzato pannelli decorativi in ceramica che sono posizionati in ville private.