Rachele Mari Zanoli

pittrice

Rachele Mari-Zanoli nasce nel 1968 a Billens nella Svizzera francese da madre svizzera e padre italiano. Nel 1974 si trasferisce nel Ticino dove frequenta le scuole dell’obbligo. Dopo il liceo, all’età di diciassette anni, va a vivere a Zurigo dove studia all’Istituto Superiore per traduttori ed interpreti, implementando la conoscenza delle lingue inglese francese e tedesco. Lavora per diversi anni all’aeroporto di Zurigo per tre compagnie aeree americane. Nel 1993 nasce la prima figlia Selene e nel 1995 il secondogenito Diego. In quegli anni lavora come insegnante di italiano presso l’ufficio del lavoro di Zurigo. Inizia e completa lo studio di ingegneria di sistema e lavora per un lungo periodo in una delle principali banche svizzere, inizialmente in Svizzera e poi risiedendo di volta in volta in differenti nazioni. Dopo ventidue anni di migrazioni, fa seguito un soggiorno di tre anni in Spagna, a Madrid e successivamente torna a vivere e lavorare nella Svizzera italiana, in qualità di responsabile in un team di capi progetto nel settore bancario informatico.
La pittura ed i colori hanno sempre fatto parte della sua vita, sin dai suoi primi ricordi. All’età di otto anni frequenta un atelier di pittura. Esperienza che suscita da subito un amore incondizionato per quest’arte, che si tradurrà nelle prime opere pittoriche. Dopo aver esperito il figurativo (per lo più nudi femminili) passa ad una pittura geometrica, lineare, grafica, infine giunge ad una pittura “astratta e concreta”. Può sembrare un paradosso, ma si tratta di un’arte contraddistinta da piani e colori, scevra da simbolismi che allude alla ricerca di verità, lasciandosi guidare da intensi colori materici, che concretizzano l’astrattezza dell’idea. La materia entra con decisione nelle sue opere: corde, metalli, legni e gesso su tele. Dipinge esclusivamente all’esterno, a contatto con la natura. Sin dalle prime realizzazioni un intenso fil rouge caratterizza il suo operato. Ogni tela è un proseguo di quella precedente, una ricerca ulteriore, un passo in avanti che attinge dal passato, pur non ripetendosi. È unica, è l’oltre. Rachele Mari-Zanoli vive la pittura non soltanto come ricerca interiore e mera rappresentazione. Ma soprattutto come intersoggettività. La sua peculiarità stilistica si nutre delle esperienze maturate nei paesi in cui ha vissuto ed è altresì arricchita dagli studi che sta attualmente conseguendo a Torino nell’ambito filosofico e da collaborazioni quali quella con il CERN di Ginevra ed i workshop con i bambini. Dipingere è per Rachele Mari-Zanoli una grande gioia ed esperienza di vita, connotata da colori e materiali. Il sentimento come essenza della sua pittura.

Tematiche

Astratto concreto

Tecniche

Principalmente acrilico su tela, gesso, corde, metalli, legno e sabbia.

Quotazione

Prima di parlare delle opere di Rachele Mari Zanoli, vorrei parlarvi di Rachele stessa. Rachele è
manager nel settore bancario informatico, ha lavorato per anni in diversi paesi, sta frequentando il
secondo anno di master in filosofia a Torino, parla inglese, francese, tedesco, spagnolo e italiano.
L’immagine che ci si fa di Rachele con queste informazioni, e utilizzando gli stereotipi femminili, è
di una manager in carriera, di una donna che vede il mondo con occhi realistici forse persino cinici;
nella realtà questa visione è la più errata che si possa avere su di lei. Infatti, questa donna ha uno
sguardo innocente e curioso sul e del mondo, che somiglia a quello di una bambina. Ho conosciuto
Rachele da poco, ma la simpatia che mi ha ispirato è stata istantanea e mi ha suscitato un affetto
immediato evocato in me dalla capacità che Rachele ha di vedere il mondo nella sua bellezza, pur
conoscendone le sue brutture. Lei non è una bambina, la sua intelligenza è capace di profonde
analisi della realtà e della vita, non è quindi nemmeno una persona superficiale o una credulona, ma
per un incanto magico che pochi (purtroppo) conoscono, ha saputo conservare in sé la capacità di
gioire propria dei bimbi, la loro semplicità sentimentale che li porta ad essere autentici nei rapporti
con gli altri. Tutti amiamo l’idea di conservare intatto il bambino che è in noi, ma quanti hanno
saputo muoversi nella vita con la necessaria grazia per poterlo fare? Rachele ci è riuscita, forse
senza la consapevolezza del grande fascino che la sua persona esprime quando i suoi occhi incantati
guardano intorno a sé. Ed è da questo suo essere spontanea, vera e ancora meravigliata della vita
che nascono le sue opere, che riescono ad affascinare lo spettatore con lo stesso meccanismo con
cui Rachele affascina le persone. Perché le sue opere sono costruite con un uso istintivo del colore in cui spesso il bianco irrompe come un improvviso raggio di luce che non sovrasta la presenza del colore, ma lo rileva, lo evidenzia. Il bianco, con la sua esplosione abbagliante, rende ancor più vivi i colori amati da Rachele, Rossi e Azzurri come protagonisti assoluti, ma anche le sabbie, le terre ed i grigi, la tavolozza della Mari Zanoli è semplice, quasi primaria , una tavolozza che ricerca la gioia
prima del dramma, che vuole riportare l’espressività della natura, rendendoci al contempoaffascinati ed intimoriti come di nanzi al Cielo, al Fuoco, al Mare, alla Vita ed al suo essere Infinita.
Quest’uso del colore, tanto spontaneo da poter essere definito disinvolto, sul piano tecnico è dato con un utilizzo della materia che oso chiamare femminilmente sensuale. La materia è uno dei nodi
centrali della ricerca di quest’artista; che sia data dall’uso grasso del colore o da elementi
successivamente agglomerati all’opera, la Materia è sempre utilizzata con la potenza della
leggerezza, con la capacità di utilizzare la lievità come elemento di forza: che siano ampi strati di sostanza corporea o solo piccoli particolari, tocchi, a volte addirittura solo sensazioni di Materia, sempre in ogni caso essa sottolinea la narrazione coloristica nel suo emergere dall’opera, ma con una grazia armonica di chiara matrice femminile. Non c’è l’irruenza maschile in questa Materia, ma
la solidità della polvere della Terra portata in volo dal Vento. In questo modo le opere di Rachele divengono narrazioni poetiche, che parlano al sentire dello spettatore prima che al suo riflettere. E ci emozionano. Con la fresca spontaneità che Rachele persona esprime, nella vita e nel suo lavoro artistico, passando attraverso un’immediatezza del racconto, senza fronzoli, senza schermaglie
mentali, senza mediazioni intellettualistiche, ben diverse dalle narrazioni intellettuali di cui invece l’artista è consapevole e capace. E’ un travolgente uso del sentimento quello che fa Rachele, unacapacità di sintonia con la nostra umanità. Rachele persona è commovente nel suo slancio vitale;per questo le sue opere sono conturbanti per la nostra anima. Le due cose non sono scindibili.