Sergio Giancarli

pittore

Formazione

Liceo Artistico - Accademia di Belle Arti di Frosinone corso di scenografia

Tematiche

Nature morte - paesaggi

,composizioni e ambienti metafisici-

Tecniche

colori ad olio e acrilici su tela o su tavola in legno
matite o pastelli colorati su carta-

Quotazione

Sia che l'artista rappresenti oggetti familiari e riconoscibili , riprodotti più o meno fedelmente , sia che contamini la tela con grumi di colore e macchie uniformi ,la pittura rimane pur sempre una magia delle linee e dei colori che seducono. Le cose perdono qualsiasi rapporto con la loro funzione originaria e diventano involucri vuoti , forme vuote.
La chiave di lettura dei quadri di Sergio Giancarli non è tra l'altro letteraria, ma mentale. Il suo scegliere oggetti comuni e caricarli di significati simbolici , sono richiami al mondo del sogno e dell'infanzia.
Gli oggetti e i ninnoli che l'artista raffigura alludano a qualcosa altro fin quasi a perdersi nel vuoto della superficie.
Non a caso in alcune opere le forme campeggiano su delle lettere dell'alfabeto scritte con una calligrafia stilizzata , oppure su parole che hanno perduto il loro valore originario ( La città delle lettere). In alcuni casi usa procedimenti " cubo -futuristici" , tradotti su una sorprendente monocromia fino a testare una curiosa mediazione tra il realismo e la solitudine metafisica delle scene teatrali ispirandosi ai maestri Pre -Rinascimentali come Giotto e Paolo Uccello e quelli della Metafisica come Giorgio De Chirico e Carli Carra'.
Nei paesaggi assolati e deserti in cui campeggiano arcate e architetture, la presenza umana è assente o ridotta a esili figurette che fanno risaltare ancor di più la solitudine e la malinconia di questi vuoti teatri dell'anima . Giancarli le rende elementari , nel senso che le semplifica facendo perdere la loro sostanza, distaccandole dalla loro originaria funzione. E' qui l'uso della maschera, il primo strumento scenico dell'attore, diventa uno strumento di difesa, di fuga, di falsità. Il mondo del teatro a cui si fa riferimento è considerato dal linguaggio quotidiano quale regno delle finzioni e dell'inganno. Il palcoscenico teatrale usato come metafora , non è lo spazio in cui si finge , ma lo spazio in cui è possibile creare un significato delle azioni.
La scena non è più il luogo dell'inganno ma il luogo di rappresentazione. L'uomo non ha creato maschere per nascondersi, ma al contrario per poter apparire. Pur ponendosi come diaframma tra il volto e gli altri, non nasconde ma rivede.

Anna Maria Corsi
Storico - Critico d'arte

Premi

1° premio concorsi di scenografia e designer nella VI rassegna regionale d'arte " IL PROGRESSO "

Bibliografia

1976-Personale di pittura "vicoli e oltre2 sala hotel Astor -Fiuggi
1977-premio di pittura -Settefrati
1978-II Biennale d'arte-Alatri
dal 1979 al 1982 lavora in Radio Televisione Italiana come AIUTO SCENOGRAFO per la realizzazione dei seguenti varietà e sceneggiati :
1979- FERMATE IL COLPEVOLE
1980- DOMENICA IN...
1980- -Al Teatro delle Vittorie - varietà -COSI' PER CASO
1981- ILLA PUNTO DI OSSERVAZIONE
1981-DISCORING
1981-TRE STANZE E CUCINA
1982-CORDIALMENTE DALL'ITALIA
dal 1983 al 1985 TV private
dal 1985 al 1990 lavora come grafico pubblicitario
dal 1990 si dedica esclusivamente alla pittura
1993-2Cattedrali" personale pittura - Salone Amministrazione Provinciale Frosinone
2011 - Passato e presente presso -La catena delle arti- Ferentino
2013- " False realta' -saletta -Village-Frosinone
2013- Mostra contemporanea-Frosinone
2013-IV Rassegna artistica "La Fenice"-Anagni
2014-Visioni-Colore-Materia-mostra internazionale d'arte- Alatri
2018- BIENNALE D'ARTE CONTEMPORANEA-Anagni-Frosinone
Collettive di pittura in varie città italiane ed estere