Stefano Bettini

poeta

Stefano Bettini nasce a Padova il 8 Aprile 1962 Scultore, Pittore e Poeta con particolare estro e dallo stile inconfondibile, svolge un'intensa attività Scultorea utilizzando diverse discipline nell'arte visiva in cui si esprime.

Formazione

Autodidatta

Tematiche

L'amore – tema centrale nella poetica dell'artista – si aggroviglia attorno ad una linea di speciale amara ironia o, come già la chiamava la civiltà greca del quinto secolo, “ironia tragica”:l'immagine malinconica ed in sé rattenuta è pronta a volgersi in commedia o in cinica costatazione di fatto, ineludibile e non modificabile.
La ricerca di una simbologia, di una serie di elementi che ritornano come caratteri distintivi sottolinea un bisogno di immediatezza e semplicità, un'immagine che sia direttamente riconoscibile, ma porti con sé una molteplicità e stratificazione di ulteriori gradi di pensiero ( si pensi alla figura stilizzata ed infantile del cuore, capace di evocare infinite varietà e tonalità spirituali ).

Alberto Gross

Tecniche

La tecnica che uso principalmente è l'incisione, per poi spaziare ed utilizzare spatole, pennelli, pennarelli o qualsiasi altra cosa mi premetta di imprimere una mia impronta.

Quotazione

Stefano Bettini è spesso presente in rassegne artistiche nazionali ed internazionali che lo hanno visto esporre a Innsbruck, Bologna (galleria Wikiarte) Firenze (Simboly Art Gallery), Venezia, Padova, Pordenone, Carrara. Ottenendo prestigiosi riconscimenti.

Premi

E' stato recensito ed apprezzato e pubblicato su giornali, siti d'arte e cataloghi

Bibliografia

Le mie opere sono il frutto "ricercato"di un tuffo nella natura.
Camminando  immerso in questa fonte inesauribile di ispirazioni, mi rendo portavoce del misterioso fascino che un qualunque elemento naturale mi trasmette.
Una volta raccolto lo metto a "riposare" finché non lo sento pronto ad ispirare il mio istinto visionario.
Da qui ha inizio l'ultima fase del mio lavoro, quella pratica, la quale mi permette di svelare quell'ignoto messaggio che egli ha impresso, cosicché non rimangono più solo anonimi oggetti insignificanti, bensì voci parlanti, imperiture nel tempo.