Il risveglio

Spatolato materico su tela, Tela, 2024

L’ho chiamata “Il Risveglio” perché nasce dal momento in cui ho scelto di tornare a me stessa, di riprendere in mano ciò che avevo lasciato cadere. È un gesto di rinascita, ma non delicato: è un’esplosione lenta, necessaria, come un cuore che ricomincia a battere dopo un lungo silenzio.

La figura al centro non ha un volto, perché non è una persona: è un moto, un impulso vitale che prende forma. I toni rosati e rossi si aprono come piume ferite che hanno deciso di guarire, come lembi di luce che si ricompongono mentre si allungano verso l’alto. Ogni pennellata è un frammento del mio ricominciare: slanci ruvidi, imperfetti, ma sinceri. La materia sembra vibrare, come se la tela stessa respirasse quel primo respiro nuovo che stavo imparando a fare.

Le ali si distendono, non con la sicurezza di chi ha già vinto, ma con l’audacia fragile di chi prova comunque. Sono fatte di movimento, di energia che si rialza e si ricrea, e nella loro apertura c’è la promessa di un nuovo equilibrio, ancora instabile ma possibile.

Lo sfondo è un cielo che non giudica: sfumature di azzurro, giallo e rosa che non travolgono, ma accolgono. È la luce che torna piano, quella che non ti acceca ma ti guida. Una luce che ti ricorda che il risveglio è un atto lento, che richiede dolcezza e coraggio insieme.

In basso, la figura sembra radicarsi e sradicarsi allo stesso tempo, come se danzasse nel punto esatto in cui il passato si scioglie e il futuro comincia. È un vortice di forza silenziosa, una spirale che non imprigiona ma sostiene.

“Il Risveglio” non è solo un titolo: è la traccia del momento in cui ho capito che la mia esistenza valeva la pena di essere ripresa, curata, protetta. È la memoria di quel primo passo che non sapevo ancora chiamare rinascita. È il simbolo di una promessa che mi sono fatta: tornare a volare, anche se le ali le sto costruendo mentre mi sollevo.

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