La culla dei miei sogni

Spatolato materico su tela, Tela, 2007

L’ho dipinto come se stessi mettendo a letto qualcosa di prezioso e fragile: una culla per i miei sogni. Non volevo costruire un’immagine perfetta, ma creare uno spazio che accogliesse ciò che ancora non ha forma. Le spatolate sono state carezze e contropunti, gesti che avvolgono e tengono insieme ciò che teme di cadere.

La composizione si apre a un cerchio che somiglia a un gesto di protezione: i segni spessi diventano lembi di stoffa, piume che si ripiegano e si offrono. I toni caldi — arancio bruciato, oro tenue — si mescolano a verdi chiari e a tocchi di crema, come la luce che entra dalla finestra la mattina; questi colori non illustrano un sogno, ne tracciano il respiro. Ogni strato di materia conserva un tentativo, una ninna nanna dipinta con le mani, un ripetuto controllo del bordo perché il sogno non scivoli via.

Questa tela è una promessa che mi rivolgo: non si tratta di conservare il desiderio immobile, ma di dargli un posto dove riposare prima di riprendersi il volo. Se ti avvicini, non cercare risposte definitive — ascolta il ritmo delle spatolate, senti la tenerezza del gesto che protegge. La culla dei miei sogni è un invito a tornare, ad aprire lentamente gli occhi e a scegliere di provarci ancora.

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