Nel sole verrò da te

Spatolato materico su tela, Tela, 2007

L’ho dipinto in un periodo di dolore fisico, con la necessità di trasformare la fatica in un gesto che potesse parlare più della voce. L’opera è una dichiarazione intima rivolta al cielo: nel sole verrò da te è la promessa che ho mormorato mentre lavoravo, ogni spatolata un passo verso una luce che non è fuga ma incontro. Non volevo fare un’immagine sacra, volevo voltare il dolore verso qualcosa di caldo e accogliente.

Mentre dipingevo ho usato il colore come lingua di conforto: tocchi dorati e caldi si mescolano a passaggi più tenui, come se la tela stessa imparasse a guarire. Le pennellate spesse contengono il peso del corpo e la leggerezza del desiderio: alcune sono ferme, quasi appoggi, altre si allungano come raggi che cercano il centro. È un quadro che nasce dalla necessità di dire a Dio — o a quella parte di me che guarda oltre — che lo raggiungerò nel sole e nella gioia, non come arrivo trionfante ma come promessa custodita tra un gesto e l’altro.

Questo lavoro è per me una preghiera fatta a mano: non chiede miracoli, chiede presenza. Se ti avvicini, non cercare retorica; ascolta la pazienza delle spatolate, senti la scelta di trasformare il dolore in luce. Nel sole verrò da te è il mio impegno a continuare a camminare verso ciò che mi nutre, anche quando camminare è diventato un atto quotidiano di coraggio.

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