Involuzione Finale
materiali organici, plastici, collanti, resine, manichino, 2015
L’ho creata in un tempo in cui il mondo sembrava piegarsi su se stesso, quando il rumore della decadenza globale diventava impossibile da ignorare. “Involuzione Finale” è nata come un grido muto, un monito rivolto a chi muove i fili del pianeta, a chi scambia il potere per diritto e l’umanità per merce.
La figura si erge nuda, essenziale, priva di un volto perché non rappresenta un individuo, ma l’umanità intera spogliata della propria identità. La materia stessa — cruda, organica, disturbante — racconta la verità che molti fingono di non vedere: siamo fatti della stessa sostanza che calpestiamo, eppure continuiamo a corromperla come fosse altro da noi. L’uso degli escrementi, delle resine, di ciò che è reietto e nascosto, è una scelta radicale: un modo per dire che la civiltà, nel suo tracollo, rischia di tornare al materiale più primordiale, più scomodo.
Le braccia sollevate non implorano e non pregano. Una mano regge ciò che sembra un frammento, una reliquia, un monito. L’altra si solleva come in un ultimo gesto di lucidità, o forse di accusa. È un corpo in equilibrio precario, intrappolato in una teca che assomiglia a una vetrina, una cella, un confine. Guardarla significa chiedersi: siamo noi a osservare lei, o è lei a giudicare noi attraverso la sua immobilità?
I piedi affondano in una massa oscura, vischiosa, che trattiene e corrompe. È il fango prodotto dalle nostre scelte collettive, la materia che sale mentre i valori scendono. Eppure, nonostante la pesantezza, la figura non cede del tutto: resta in piedi, come l’ultimo testimone di un’umanità che si ostina a non voler comprendere la propria deriva.
“Involuzione Finale” non è una profezia, ma un avvertimento. È ciò che siamo quando dimentichiamo ciò che potremmo essere. È la memoria fisica di un pensiero scomodo: che il vero crollo non è nelle strutture che si sgretolano, ma nella coscienza che si spegne.
L’ho creata per ricordarmi — e ricordare a chi governa — che ogni potere senza responsabilità trasforma il mondo in una teca vuota, e l’umanità in una figura immobile che non ha più voce per raccontare la propria fine.
Informazioni generali
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Categoria: Arte Materica
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Eseguita il: 2015
Informazioni tecniche
- Misure: 70 cm x 175 cm
- Tecnica: materiali organici, plastici, collanti, resine
- Stile: critica sociale
- Supporto: manichino
Informazioni sulla vendita
- Collezione: Merlara (PD); Italia
- Disponibile: si
Informazioni Gigarte.com
- Codice GA: GA235798
- Archiviata il: 10/12/2025
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