Involuzione 2

materiali organici e plastici su tela, Tela all'interno di teca, 2015

Quando ho dipinto quest’opera stavo vivendo un momento di forte confusione e rabbia sociale. È una contestazione politica nata dall’osservazione di ciò che stava accadendo in Italia: troppe direzioni, troppe frecce, troppe voci che si sovrappongono senza un vero dialogo.

Ho scelto di realizzarla con escrementi di coniglio colorati perché volevo usare una materia povera, scomoda, reale, capace di rappresentare il degrado e il caos che percepivo. La materia stessa diventa linguaggio: ciò che viene scartato diventa denuncia.

In quel momento cantavo, quasi come un gesto liberatorio, parole dure, provocatorie, nate dalla paura di perdere un’identità culturale. Quest’opera non parla di odio, ma di integrazione mancata, di una società che si frantuma quando non esistono regole condivise.

Io credo che una cultura vada rispettata. L’Italia ha una sua storia, una sua tradizione, una sua radice cattolica. Chi sceglie di vivere qui dovrebbe accettare di integrarsi, lavorare, condividere le regole, camminare nella stessa direzione. Le frecce nell’opera indicano proprio questo: strade che dovrebbero convergere ma che invece si scontrano.

“Involuzione 2” è il mio grido visivo contro la perdita di identità, contro il disordine sociale, contro l’incapacità politica di creare vera integrazione. Non è una soluzione, è una domanda aperta, sporca, materica, come la realtà che rappresenta.

Io non giudico dall’alto: io dipingo ciò che sento, ciò che vedo, ciò che mi attraversa.
E lo faccio senza filtri, usando anche ciò che fa paura, ciò che disturba, ciò che molti preferirebbero non vedere.

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