Il cielo nella stanza

Spatolato materico su tela, Tela, 2006

Ho dipinto quest’opera in un periodo in cui il mio corpo era fermo, seduto su una sedia, ma la mia mente e le mie mani erano libere. Avevo solo questo: le mani per dipingere, la testa per pensare, il cuore per immaginare. Ero in una stanza, sì, ma dentro quella stanza ho visto il cielo.

Ogni pennellata nasce da un gesto necessario, da un bisogno di esistere oltre i limiti fisici. I colori si muovono, si intrecciano, si aprono come ali leggere: azzurri, verdi, gialli, rosa. Non sono colori casuali, sono respiri. Sono il bene possibile e immaginabile che riuscivo a vedere anche quando tutto sembrava chiuso.

Questa figura non ha un volto definito perché non serviva. Era energia, movimento interiore, trasformazione. Il cielo che ho dipinto non è sopra di me, è dentro di me. È la prova che anche quando il corpo è fermo, l’anima può volare.

“Il cielo nella stanza” è la mia libertà silenziosa, è la mia capacità di creare anche nella solitudine, anche nella fragilità. È il racconto di un tempo sospeso in cui ho scelto di guardare oltre le pareti e di trovare luce dove c’era attesa.

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