Giada Acerbi

incisore

Nata e cresciuta ad Alessandria, giada acerbi ha intrapreso gli studi presso l’Accademia Albertina di Belle Arti nel 2021, scegliendo l’indirizzo di Grafica d’Arte.

Formazione

Nonostante una formazione inizialmente scientifica, giada acerbi ha sempre coltivato una forte indole creativa, accompagnata da una profonda passione per la filosofia e per uno sguardo attento e meditativo sulla realtà.

Dopo un anno trascorso presso la disciplina di Filosofia all'Università di Pavia, decide di assecondare questa tendenza artistica e iscriversi all’Accademia Albertina di Belle Arti nel 2021, scegliendo l’indirizzo di Grafica d’Arte.

L’11/03/2025 consegue il Diploma Accademico di I livello, presentando una tesi dal titolo La vita nascosta delle cose - un percorso di studio, seguita dai professori Maria Luisa Borra e Gian Alberto Farinella.


Tematiche

La poetica dell'artista indaga il legame intimo tra l'essere umano e le cose che lo circondano: tracce del tempo, del vissuto e dell’identità personale e collettiva. Un tentativo dunque di straniare lo sguardo disattento di chi guarda per riportarlo verso una dimensione altra e più profonda del reale.
I testi e gli autori a cui fa riferimento sono La vita delle cose (R. Bodei), Tracce (E. Bloch), Cose. Per una filosofia del reale (F. Cimatti), Essere senza tempo. Accelerazione della storia e della vita ( D. Fusaro), Le non cose: come abbiamo smesso di vivere il reale (B.-C. Han), La cosa (M. Heidegger)

Tecniche

Le tecniche usate dall'artista sono spesso varie e disparate, tutte accomunate dalla ricerca di nuovi materiali e dalla comprensione di come questi reagiscono alle varie tecniche. 
Nel periodo dal 2023 fino al giorno d'oggi, sta maggiormente esplorando la tecnica della xilografia. 
"La xilografia è una tecnica lenta, fisica, «pura mano», in cui è necessaria cura e attenzione ad ogni singolo colpo di sgorbia, nel rispetto della natura e delle proprietà sia della matrice, che del mezzo con il quale si incide. La xilografia, a mio avviso, permette di instaurare un dialogo profondo tra queste tre “voci”: chi incide, cosa viene inciso e in che modo questo viene inciso. Ci si apre così a un dialogo e a una riscoperta continua dei materiali e della loro natura in modo tale da capirli, osservarli, e infine adattarsi a loro. Un triangolo di “voci” che si trasforma così in una muta conversazione tra cose, in cui l’Io si assottiglia e si fa tramite di qualcosa che è Altro."