rilievi di memoria

xilografia a rilievo, carta Hahnemühle avorio, 2025

Ne La salvezza del bello Byung-Chul Han, citando Barthes, afferma che «il tatto è il più demistificatore dei nostri sensi, il più magico»2, mentre la vista è incapace di intensità profonde. Il tatto, il sentire, costruisce un legame diretto con il reale, annullando la distanza e ogni forma di «mistificazione». Il fine di questo progetto sta proprio qui, riconnetterci al senso del tatto per una relazione più autentica e diretta con le cose. Le stampe si prestano dunque ad essere toccate: i solchi e le pieghe possono essere seguiti, sentiti, permettendo così di poter leggere l’immagine senza utilizzare la vista.

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