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“Personaggi Insoliti” “Personaggi Insoliti”

“Personaggi Insoliti”

Grumi e colate di colore, scritte e segni, frammenti materici che traumatizzano la tela e suggeriscono il suo inarrestabile processo di esfoliazione. Sottili fogli di carta tentano di staccarsi lievemente dalla superficie, ma sono trattenuti da grevi macchie di colore che si contorcono con impeto sul fondo stratificato. Un accumulo di figure e disegni, ma anche di parole e di testi, quasi illeggibili, emergono dalle tele dinamiche e irruenti di Ivan Sghirinzetti. L’occhio scorre o si spezza lungo la grammatica narrativa dell'artista regalandoci una visione aptica di questa armonia ferita. La sua pittura carnale disturba per quella componente così caotica, ma al contempo, riesce a catturare e solleticare il nostro occhio, perturbando la nostra mente. Come nell'opera Bocca (senza voce) in cui le fauci urlanti sembrano "mangiarci" e il buco nero ci risucchia al suo interno. O il muscolo cardiaco, nell'opera il Cuore estratto, è lì pulsante dinnanzi a noi, in tutta la sua vitalità magmatica. Mani, piedi, ogni frammento di corpo sembra respirare costantemente, in un fermento perpetuo ove le forme affiorano da sé, configurandosi attraverso una gestualità ferina che ha l’intento di comunicare il ritmo delle emozioni, quelle profonde. Corpi che si disfano e si deformano, sul punto di perdersi, rimangono ancorati alla loro essenza attraverso il meccanismo delle sineddoche. Allora, una piccola parte racconta il tutto: quei "protagonisti insoliti", i diversi che la società contemporanea e globale rigetta perché non conformi. Sghirinzetti afferma "le bocche denunciano la condizione dell'uomo, le mani cercano di afferrare un'esistenza che li emargina e i piedi fuggono dal circo mediatico". Una riflessione intima - dunque - che si intreccia a quella morale e sociale.
E vicino ai corpi mutilati affiorano, altresì, personaggi della cultura popolare (Batman, Pokémon, Tiger man, Topolino, ect...), parti integranti dell’opera, che insieme alle parole amplificano l’introspezione e riconducono a una memoria atavica fatta di simboli e allegorie. Ogni traccia, eseguita in tempi diversi, ridisegna - infatti - una rete di significazione e una narrazione disarticolata da ricomporre come in un rebus. Il "lettore" dell'opera può così inabissarsi fra i suoi schizzi, restare in apnea e riemergere attraverso l’aggettante esplosione cromatica

Sonia Catena
Critico d'Arte
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