“Tracce di Pace” è una mostra che nasce dal desiderio di riflettere, attraverso l’arte, sulla condizione umana contemporanea e sulle profonde fratture che attraversano il mondo. Le opere di Edi Mantovani, realizzate prevalentemente in ferro e corten, si muovono tra presenza e assenza, forza e fragilità, luce e ombra. Figure umane stilizzate, essenziali, diventano simboli universali: presenze che si cercano, si fronteggiano, si sfiorano, ma raramente si incontrano davvero.
Il tema del doppio attraversa l’intera esposizione: due figure, due mondi, due realtà separate da un confine sottile — a volte una linea, un nastro, un gesto — che decide destini opposti. Da una parte la quotidianità, la vita che scorre con serenità; dall’altra la fuga, la paura, l’incertezza. Il messaggio che l’artista ci affida è semplice e potente: basta poco per trovarsi dall’altra parte del confine, e nessuno può dirsi davvero al sicuro.
Il percorso della mostra invita a guardare, avvicinarsi e cambiare prospettiva. Ogni installazione, osservata da angolazioni diverse, rivela nuove sfumature, come a ricordare che la realtà dipende dal punto di vista di chi la guarda. Nell’incontro tra materia e ombra, tra luce e ruggine, affiora una domanda silenziosa ma urgente:
“È ancora possibile trovare un punto di contatto tra gli esseri umani?”